Mango lancia una collezione speciale per il Ramadan

Mango lancia una collezione speciale per il Ramadan
MADRID - E' disponibile da ieri nei negozi la prima linea di Mango dedicata alle donne musulmane. Kaftani, gonne midi, maxi dress e tuniche oversize: questi e non...

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MADRID - E' disponibile da ieri nei negozi la prima linea di Mango dedicata alle donne musulmane. Kaftani, gonne midi, maxi dress e tuniche oversize: questi e non solo i capi scelti per il lancio della collezione del brand spagnolo, giusto in tempo per l’inizio del sacro Ramadan previsto il 6 di giugno.

 

La linea, composta di 45 capi, include look casual da giorno, come i panta palazzo a stampe floreali, la camicia in denim e i maxi dress in jersey, e outfit più eleganti come l’abito da sera in pizzo. Tutti i capi della collezione hanno in comune una cosa: seguono il rigore delle norme dei paesi islamici. Prima di Mango già altri brand come Dolce & Gabbana, Uniqlo e Marks & Spencer avevano creato una linea speciale per i clienti dei paesi arabi e asiatici.
E’ studiando le caratteristiche di un mercato così diverso dal nostro e imparando a comprenderne i profili e le necessità che nasce il desiderio di creare accessori e abiti per donne con particolari esigenze culturali e religiose.
Lo scorso anno l’80 % del fatturato del brand con base a Barcellona corrispondeva infatti agli introiti ottenuti fuori dal territorio spagnolo, grazie alla visione open-minded del famoso marchio low cost.
Non tutti però sono d’accordo con Mango. In Francia un vivo dibattito si è acceso sull’argomento: Pierre Bergé, ex partner nella vita privata e negli affari di Yve Saint Laurent, e Laurence Rossignol, ministro della famiglia e dei diritti delle donne, si sono opposti a questo trend. «La moda deve rendere belle le donne e garantire loro la libertà», ha dichiarto Bergé, mentre la Rossignol ha specificato: «Dovremmo insegnare loro a ribellarsi e a vivere come tutte le donne del mondo libero».
Nel frattempo nel mondo non pochi brand internazionali di cosmetici si stanno aprendo al mercato in crescita, adattandosi ai severi principi della legge islamica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero