«Rappresento così tanti gruppi di persone e comunità in tutto il mondo, sarei solo il traghetto. Ad un certo punto della mia vita ero senza un tetto e sarei...
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Le parole di Leyna diventano un boomerang sul web, tant'è che in una delle diverse interviste rilasciate ai magazine internazionali, come quella della rivista Mic ricondivisa sul suo profilo Instagram, Bloom confida che il vero sogno è fare da apripista sulle catwalk modaiole alle comunità trans di cui si sente rappresentante. Leyna ha già calcato le passerelle di altri brand del fashion system, tra i quali The Blonds e Chromat, e non è di certo il primo caso di modella transgender della storia della moda.
Già Riccardo Tisci per Givenchy, tra gli altri, aveva scelto la brasiliana Lea T, al secolo Lea Cerezo, come sua musa (prima dell'approdo in qualità di concorrente al programma di Rai Uno “Ballando con le stelle”) e, guardando all'Italia, un'originale Vladimir Luxuria è stata testimonial del brand Coconuda raccogliendo l'eredità lasciata da Anna Tatangelo. L'appello di Leyna Bloom sui social diventa virale. Un inno all'inclusione e alla diversità ripostato da oltre 30mila utenti. Un sogno con le ali virtuali, quello di Leyna, che ha deciso di svegliarsi per realizzarlo. E per chi ha il coraggio di crederci, i sogni, prima o poi, si realizzano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero