Da Belen agli attori di Suburra, Marco De Luca: «I miei gioielli? Perfetti per star e criminali in tv»

Da iscritto a Scienze Politiche alla Sapienza, a ufficiale dell’esercito italiano, fino a creatore di gioielli per la serie "Suburra", in questi giorni in onda su...

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Da iscritto a Scienze Politiche alla Sapienza, a ufficiale dell’esercito italiano, fino a creatore di gioielli per la serie "Suburra", in questi giorni in onda su Netflix («Alessandro Borghi finite le riprese non si è più tolto il mio anello!»). Marco De Luca ha cambiato diverse vite, ma adesso ha chiaro quale è il suo destino: disegnare gioielli. Romano di Monteverde vecchio («amo questo quartiere»), Marco ha un negozio in centro e uno a Formentera. Tra i suoi clienti annovera stilisti come Maria Grazia Chiuri, cantanti come Emma, musicisti del calibro di Ron Wood e attori tra cui Alessandro Borghi, Salvatore Esposito e Beppe Fiorello. 


Chi è stato il primo vip ad indossare un Marco De Luca?
«Emma a Sanremo. Vederla vincere il Festival è stata una bella soddisfazione; lei è un talento puro, una persona vera che sa esattamente quello che vuole e non scende a compromessi».

Davvero Ron Wood ha un suo anello?
«Qualche anno fa ero a Formentera e nel risotante dove avevo cenato c'era Ron Wood. Mi avvicino per dirgli che era un mio mito e stringergli la mano. Ero pieno di anelli: me ne sfilo uno e gliel’ho regalato dicendogli che era fatto a mano da me: una fascia con scritto "yes". La misura era perfetta, lo mette e mi ringrazia facendomi i complimenti. Lo indossa spesso, anche nel suo Ronnie Wood show e in una foto ce l'ha Sally Humphreys che era con lui quando gliel’ho regalato».
Cosa ricorda invece di Belen?
«L’ho conosciuta a Formentera prima con Fabrizio Corona, poi con Stefano De Martino e il piccolo Santiago. All’inizio è impossibile non rimanere affascinati da tanta bellezza ma, una volta a suo agio, Belen riesce con il suo umorismo e simpatia a farla passare in secondo piano».

Un suo monile è indossato dalla direttrice creativa di Dior.
«Maria Grazia Chiuri l’ho conosciuta in negozio a Roma; è una persona che infonde pace e  serenità. Ammiro la sua tranquillità ed umiltà. Fa parte di un cerchio ristretto di clienti che possono attingere a quello che chiamo il mio piccolo tesoro nascosto».

Al cinema Beppe Fiorello porta i suoi gioielli nel film “Chi mi ha visto?”. 
«Mi hanno chiesto accessori “rock” che caratterizzassero il personaggio di Martino, un chitarrista pugliese che per anni ha fatto il supporter a musicisti famosi… Al collo ha un plettro in argento con l’immagine di una Madonna».

Tra cinema e fiction, chi sceglie cosa indossare?
«Dopo circa un centinaio di lavori i costumisti mi danno indicazioni sui personaggi e io, considerando il mio archivio, faccio delle proposte. Però è più divertente crearli appositamente, come per l’anello di Jenny alias Salvatore Esposito in "Gomorra"».

Come è nata l’idea di fare gioielli?
«Per caso. Prima sono stato venditore di monili, poi grazie ad un amico che lavorava nel campo, la naturale attrazione per i gioielli è diventata un lavoro. La ricerca, la selezione e forse anche la vocazione hanno preso forma, concretizzando la passione. Ho iniziato dalla ricerca e la vendita per passare dopo qualche anno al disegno ed infine alla creazione vera e propria».

Anelli, collante, monili. Tutto ha un’impronta molto rock. 
«Le mie fonti d’ispirazione sono l’arte e l’iconografia sacra, la mitologia e l’esoterismo. Quando penso ad un gioiello, lo disegno, comincio a farlo (seguendo le tecniche della cera persa) e alla fine, dopo averlo fuso e rifinito, se mi piace ed esprime ciò che avevo in mente, provo un piacere secondo solo all’orgasmo». 

Ha un sogno nel cassetto?

«Vedere Dave Gahan dei Depece Mode con un mio anello».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero