«Sono ormai tantissimi anni che lavoro da Fendi e conosco la storia della famiglia.Ogni volta che però osservo qualcosa che non vedevo da molto tempo, come pezzi...
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Dal neorealismo di Luchino Visconti ai blockbuster degli States, il fil rouge dell'exhibit è la storia del cinema con film cult che spaziano da "Boccaccio '70" e una bellissima Anita Ekberg fino a "Zoolander 2". L'introduction wall che illustra i momenti salienti dell'expo cede poi il passo agli accessori e ai costumi più rappresentativi della maison che hanno lasciato il segno nella cinematografia italiana e internazionale. Nascono così ambienti espositivi, gli "Studios", ispirati a scene di celebri pellicole come quelle on the road di "Easy Rider", "Femme Fatale", "Mai dire mai", "Evita" e "Grand Budapest Hotel" con Tilda Swinton dove un'auto rossa targata Fendi consente al visitatore di immergersi nel set dalla verde scenografia diventandone attore protagonista.
E di conservare il ricordo grazie ad una Polaroid scattata al momento. Poi un tuffo nelle atmosfere newyorkesi e in amatissime serie televisive, tra cui "Sex and the City", ambientate nella Grande Mela. Ecco allora l'iconica Baguette tempestata di paillettes lilla della mitica Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker), la Peekaboo di Sharon Stone in "Un ragazzo d'oro" e la 2Jours in "Tiny Times".Dai giochi di specchi e videoproiezioni per "Camera con vista", in cui lo spettatore si ritrova per magia all'interno di un edificio metropolitano, i fanatici della moda non rinunceranno ad un selfie accanto al minicoat con revers in pelliccia che la temuta direttrice di Runway Miranda Priestly (Meryl Streep), ne "Il diavolo veste Prada", lancia sulla scrivania della timida stagista al suo arrivo in ufficio. Così come, per i romantici, non manca la mise di Michelle Pfeiffer indossata ne "L'età dell'innocenza". La passeggiata digitale nella storia del costume continua con "Le Avventure di Fendi nel Paese dei Tenenbaum",un corridoio in cui sono proiettati frame di "The Royal Tenenbaums" di Wes Anderson e una Gwyneth Paltrow al led in versione mirror effect.Mentre il Colosseo quadrato, headquarter della maison, e il film cult "Titus" sono i protagonisti del Palazzo dei Desideri, una riduzione in scala del Palazzo della Civiltà sapientemente condita con effetti speciali. Infine, l'area "Ogni principessa ha bisogno di riposo", uno spazio lounge in cui le telecamere e i riflettori catturano con l'aiuto del virtuale gli ospiti mentre vestono i panni griffati Fendi in cult movie come "Basic Instinct 2", "Interno berlinese" e "Catwoman".«Il Cinema è sempre stato importante nella nostra famiglia e nella nostra azienda.
La maison ha un rapporto molto stretto con Cinecittà e le sorelle Fendi, protagoniste della scena creativa e artistica romana, hanno collaborato a progetti che oggi possono essere considerati rivoluzionari» ha dichiarato Silvia Venturini Fendi, direttrice creativa delle linee uomo, bambino e accessori della maison che aggiunge «Per costumisti del calibro di Piero Tosi e Milena Canonero, le sorelle Fendi hanno creato pellicce e abiti per produzioni cinematografiche indimenticabili. Abbiamo lavorato con i più importanti registi del passato e del presente. Da Luchino Visconti a Wes Anderson, da Martin Scorsese a Giuseppe Tornatore, e siamo intenzionati a continuare. La mostra rappresenta un omaggio particolarmente innovativo a un rapporto basato sull'affinità e alimentato dal desiderio di sperimentare, raccontare storie e trasformare i sogni in realtà».La promenade digitale e interattiva si chiude con una vera e propria sala cinematografica che quotidianamente proietta i film scelti della maison Fendi per narrare sullo schermo la forte liaison tra la casa di moda e il cinema d'autore. Tra le pellicole anche "C'era una volta in America" e "La leggenda del pianista sull'oceano" nonché "Making Dreams: Fendi and the Cinema" del 2013, di Antonio Monfreda e Patrick Kinmonth, realizzata in collaborazione con Cinecittà Studios, e in cui le iconiche pellicce Fendi vestono di notte gli scenografici set romani. All'Eur, con lo sfondo delle architetture razionaliste, il Cinema è di moda e i sogni, anche se solo virtualmente, si possono finalmente indossare. Come in un film. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero