Fashion blogger si nasce o si diventa? E sarà vero che chi vuole dare filo da torcere a Chiara Ferragni deve avere un bel po’ di requisiti come bellezza e denaro?...
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Cifre da capogiro che riguardano ovviamente una rosa di fortunate/i. Sono talmente tante le ragazze che provano a trasformare in un lavoro la fissa di scattarsi selfie, immortalando tutti i momenti topici della giornata da condividere con i seguaci, che per garantirsi il successo ci vuole ben altro. Chiara Ferragni inizialmente ha sfondato grazie al suo primo fidanzato che ha studiato a tavolino la sua immagine ed è cresciuta con una madre che ha fatto di tutta la sua vita un diario fotografico, forse dunque la stoffa della blogger era nel dna.
Ormai quello delle fashion blogger è un vero e proprio mestiere con tanto di corsi da frequentare e studiare sul marketing, pubblicità, e-commerce, moda. La carica delle rivali della Ferragni che si stanno facendo strada vanta un bel po’ di nomi anche se ben lontane dai 10milioni di fatturato della creatrice di “The blonde salade”, raggiunti con contratti pubblicitari e la sua linea di scarpe e accessori, o dai numeri dell’americana Danielle Bernstein che chiede 15mila dollari per pubblicare una foto, o dell’altra Chiara, la Nasti che, appena diciannovenne, ha 1 milione di follower, una linea di costumi ed è a tutti gli effetti una social media influencer, ossia con le sue foto riesce a influenzare i gusti di chi la segue e il mercato. Il nome porta bene e c’e’ anche Chiara Biasi con 50mila visualizzazioni al giorno, 26 anni, milanese di adozione, bella e molto tatuata.
Le fashion blogger romane Non passa inosservata Veronica Ferraro con “Fashion fruit” il secondo blog di moda italiano con 700mila visitatori mensili e 352mila seguaci. Irene Buffa è la creatrice di “Onto my wardrobe” in ascesa dal 2011. Ognuna ha la sua fetta di mercato, persino a Roma c’è una valida alternativa ai volti noti. Sono coloro che grazie allo spirito creativo, all’innovazione e alla personalità spumeggiante si sono fatte strada in un mondo apparentemente semplice e in realtà insidioso, perché molto competitivo e ostico, le critiche sono sempre dietro l’angolo e bisogna avere spalle forti. Ci sono le blogger mamme che impartiscono consigli di sopravvivenza come Ida Galati con “Le stanze della Moda” che va ben oltre le borse griffate. Mamma felice, imprenditrice appagata e grande appassionata di moda e comunicazione tiene importanti corsi di web editing e blogging per le scuole più prestigiose della Capitale (Eidos, Accademia del Lusso).
Poi c’è Francesca Romana Capizzi con tacco alto, sempre e ovunque, ma l’appellativo le sta stretto e quindi ha chiamto il suo blog: “Don’t call me Fashion Blogger”. Francesca è la ragazza della porta accanto, ma con outfit sempre sfiziosi e tante idee e proposte: il blog spazia da cibo a bellezza, tecnologia, sport, viaggi e moda. E ancora con ottimo seguito c’è la Pinella, dietro cui si nasconde, ma non è un segreto, la show-girl Alessia Marcuzzi. E si fa notare anche qualche uomo come Edoardo Alaimo, influencer del lusso e della moda, concorrente di Mariano di Vaio, fisico statuario, considerato la versione maschile della Ferragni con 6milioni di follower.
Nel suo blog Mariano parla di moda, viaggi, lifestyle ed è diventato un bravo imprenditore con un negozio on line del suo brand NoHow.
Perché i fashion blogger (anche i meno noti) funzionano e perché i brand li utilizzano e li coinvolgono sempre di più in tutti i settori e in tutti gli eventi, ce lo spiega Nadia La Bella, che è in pista da tre anni e si è reinventata a cinquant’anni con il suo blog “A smile please” dimostrando che a ogni età la bellezza e il coraggio di mettersi in gioco possono dare buoni risultati.
«Noi fashion blogger, tanto amati e tanto odiati, funzioniamo perché attraverso i nostri social creiamo il famoso tam tam online. Per un marchio coinvolgerci vuol dire fare una pubblicità a un prezzo inferiore rispetto a quella tradizionale con un impatto doppio, raggiungendo un pubblico molto vasto. Tra l’altro - racconta Nadia - la gente si fida della gente e il nostro lavoro rende il brand più amichevole agli occhi degli utenti; a differenza delle celebrities, certamente molto seguite, ma percepite troppo distanti dalla propria realtà quotidiana». E questa estate se vi fidate di lei seguite il suo consiglio di indossare le t-shirt con le scritte che più vi rappresentano!
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Il Messaggero