ROMA - Un rigattiere americano, un magazzino di cimeli e paccottiglia e il ritrovamento fortuito di un oggetto di valore inestimabile. Non è la trama di un film ma la cronaca del...
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L’uovo, in oro giallo, poggia su un tripode che riproduce le zampe di un leone ed è contornato da una ghirlanda su cui si intrecciano fiori e diamanti; al punto di unione di ogni ghirlanda è posto uno zaffiro cabochon e sotto al meccanismo di apertura un grande diamante a taglio brillante.
Come tutte le uova create da Fabergé, anche questo esemplare contiene una sorpresa: qui l’orafo francese si è affiancato all’arte di Vacheron Constantin, che l’ha completato con un orologio da signora dal quadrante smaltato e con le lancette in oro e diamanti.
Riconosciuto dagli antiquari londinesi di Wartski ed acquistato per un cliente privato fra i pezzi in vendita da un rigattiere americano, l’uovo è stato esposto a Londra. «Per il mondo dell’arte e per quello degli appassionati di Fabergé, non era possible tacere questo ritrovamento.
È come trovare un Rembrandt e non dirlo ad anima viva; potrebbe sparire di nuovo per altri 112 anni, chi può dirlo», ha affermato Kieran McCarthy, direttore di Wartski.
Non è dato sapere chi abbia acquistato l’uovo realizzato come regalo per l’imperatrice Maria Feodorova, quel che è certo è che la cifra è da capogiro. Il primo acquirente americano l’ha acquisito per 14mila dollari, cifra calcolata sul valore intrinseco dell’oggetto.
L’aggiunta del valore storico/artistico e della leggenda che lo avvolge, di sicuro, avrà contribuito all’aggiunta di più di uno zero. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero