Un tuffo nel passato con la storia delle divise dell’Alitalia. Da quelle disegnate dalle Sorelle Fontana a quelle firmate Armani, quasi tutte presenti al lago di Bracciano,...
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Con orgoglio al 45° raduno annuale delle hostess italiane “The old Flying Chickens” (che da anni si festeggia la prima settimana di ottobre) il premio Cultura Aeronautica - Come rondini nel cielo - è stato assegnato allo stilista Roberto Prili di Rado. Ex assistente di volo, poi stilista, oggi in pensione, Prili Di Rado è anche un collezionista di abiti che hanno fatto la storia, tra cui gran parte delle divise indossate dal personale Alitalia.
Tra variopinti foulard, blazer, camicette e tailleur si compone una specie di «museo della moda» aerea che lo stilista ha immortalato ridisegnandoli in alcuni bozzetti che ripropongono tutte le divise griffate “made in Italy” indossate dagli “angeli dell'aria”. La più bella e la più storica è senza dubbio quella delle Sorelle Fontana del 1950, semplice ed elegante, di una classe inconfondibile, realizzata in tessuto ignifugo e gonna giù al polpaccio, che durante la manifestazione è stata indossata da una modella che è scesa da un elicottero atterrato appositamente a Bracciano. Ma nel repertorio compaiono quelle di Giorgio Armani che rivoluziona il look delle hostess Alitalia nel 1991 con una scelta di colore inusuale: il fango.
La camicia è di taglio maschile, mentre la gonna si accorcia e lascia scoperta il ginocchio. Prima era stata la volta delle creazioni di Mila Schon: era il 1972, tailleur tutto in un brillante rosso manciuria, di Fabiani e di Marzotto. A seguire a firmare le divise era stato Renato Balestra, anno 1986, con tinte più classiche e regimental, ricordando l'azzurro e il tricolore. Poi l’epoca Mondrian fino alle divise di Ettore Bilotta ispirate allo stile anni ‘50 e ‘60 ma che riprendono i colori italiani in una combinazione un po’ improbabile, calze verdi in testa che hanno fatto tanto discutere i social. Ma questi ultimi decenni non sono contemplati nei bozzetti di Roberto Prili di Rado, come sottolinea Giuseppe Dionisi organizzatore del premio aeronautica, “perché è tutta un’altra epoca”.
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Il Messaggero