Karl Lagerfeld ridisegna il futuro per Chanel

Chanel Primavera 2015 Couture
​PARIGI - Ci sono voluti sei mesi per fabbricare i 300 fiori che decoravano il set della sfilata Chanel per la presentazione della Collezione Couture 2015. Ognuno aveva un...

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​PARIGI - Ci sono voluti sei mesi per fabbricare i 300 fiori che decoravano il set della sfilata Chanel per la presentazione della Collezione Couture 2015. Ognuno aveva un proprio motore e, quando all'inizio dello show il modello Baptiste Giabiconi li ha spruzzati teatralmente con un annaffiatoio dal marchio CC, sono sbocciati simultaneamente dando vita a un piccolo paradiso sintetico o, come lo ha definito Karl Lagerfeld «forse a un mondo che non è mai esistito, in primo luogo».




Lo stilista ha spiegato che la sfilata gli è venuta in mente come un flash elettronico: «Una mattina ero a letto, l'ho visto per in un secondo». Questo è il tipo di giardino che, forse, potrebbe aver creato l'inventore pazzo Rotwang in Metropolis, uno dei film preferiti di Lagerfeld, ma c'erano anche echi di Blade Runner, con un mondo replicante perfettamente realizzato.



I vestiti e gli accessori amplificano questa atmosfera: gli stivaletti-calzino piatti, i bustini che lasciano la pancia scoperta, le gonne morbide che terminano appena sotto il ginocchio, gli enormi cappelli edoardiani con veli gonfi erano gli ingredienti della saga in corso della costante reinvenzione di Chanel.



Per approfondire il concetto di un futuro in cui tutta la storia - e anche la natura stessa - è diventata un lontano ricordo, Lagerfeld porta in passerella lampi di passato come visti dal futuro: tweed arbitrariamente decadenti con frange sontuose, cornici floreali meravigliosamente artificiali, tute che scardinano le proporzioni.



Non è una coincidenza che sia possibile rintracciare echi della collezione Raf Simons per Dior: i due stilisti sono sulla stessa onda e sarà grazie a artisti come loro che l'alta moda sopravviverà anche quando staremo tutti vivendo sotto una cupola in una galassia lontana.

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Il Messaggero