C'era una volta il grunge. In mostra la musica e lo stile inimitabile dei Nirvana

Krist Novoselic, Kurt Kobain e Dave Grohl
BOLOGNA - Maglioni oversize, camicie tartan, jeans strappati, anfibi o scarpe da ginnastica consumate. Questo, e molto altro era lo stile Grunge. Erano gli anni Novanta, erano i...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BOLOGNA - Maglioni oversize, camicie tartan, jeans strappati, anfibi o scarpe da ginnastica consumate. Questo, e molto altro era lo stile Grunge. Erano gli anni Novanta, erano i Nirvana. A celebrare la rock band di Aberdeen e il suo leader, Kurt Kobain, morto suicida nel 1994, ci pensa una mostra fotografica curata da Ono Arte Contemporanea che presenta a Bologna, nella propria sede di via Santa Margherita 10, fino al 31 gennaio «Nirvana: Punk to the People», esposizione dedicata al gruppo più conosciuto della scena di Seattle insieme a Pearl Jam, Alice in Chains e Soundgarden.




Il 2013 segna i vent’anni dall’uscita dell’ultimo album della band «In Utero» e il 2014 i vent’ani dalla scomparsa di Cobain. Una mostra che copre volutamente un arco di tempo a cavallo dei due anni che segnano ricorrenze importanti per un gruppo che con la canzone «Smells Like Teen Spirit» è accreditato come autore dell’inno di una generazione, quella che scampava agli anni Ottanta rifiutandone lo spirito edonista e la crisi economica che mette in ginocchio gli Usa.



Il termine grunge, praticamente sinonimo di punk, porta con sé uno stile fatto di trasandatezza e abiti strappati, ma con il tempo è diventato ricercato e voluto da coloro che sposano il grunge griffato alla Kate Moss, più volte fotografata in abiti che ricordano lo stile di Kurt Cobain.



Quel ragazzo di 27 anni, dalle camicie di flanella e i pantaloni rattoppati, carico di eccessi ed entrato nel club dei «maledetti», ci mette poco a diventare un’icona di ribellione, di una musica che agli estremissimi del punk associa un lato melodico a tratti romantico, simbolo delle rivolte in cui muovono i primi passi i movimenti no-global.



A raccontare la storia del trio (insieme a Cobain c’erano Dave Grohl al basso e Krist Novoselic alla chitarra), le 60 foto di Charles Peterson, Kevin Mazur e Kirk Weddle. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero