Bvlgari, storie di gioielli e sogni da "Dolce Vita" in mostra a Roma

Mostra "Bvlgari, la storia, il sogno", Castel Sant'Angelo -Roma
Claudia Cardinale indossó una collana tempestata di diamanti ad una mostra organizzata da Bvlgari nel 1962 all'Istituto italiano di cultura a Parigi. Due anni dopo,...

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Claudia Cardinale indossó una collana tempestata di diamanti ad una mostra organizzata da Bvlgari nel 1962 all'Istituto italiano di cultura a Parigi. Due anni dopo, nel '64, sul set del film "La vendetta della signora" (The visit), fu Ingrid Bergman a farsi testimonial inconsapevole dell'heritage della maison sfoggiando al cinema collier e orecchini griffati. Bvlgari, la storia, il sogno, visitabile fino al 3 novembre prossimo, non è solo una mostra diffusa nella Capitale tra Palazzo Venezia e Castel Sant'Angelo. È la narrazione visiva di un successo tutto italiano nato nel 1884 con il fondatore dell'azienda Sotirio Bulgari (Sotirios Voulgaris) che, argentiere greco approdato a Roma in cerca di fortuna, riuscì a trasformare una piccola realtà a conduzione famigliare in quello che sarebbe diventato il brand made in italy simbolo per eccellenza del lusso all'estero. Sketch, bozzetti, campagne pubblicitarie e foto d'antan nel progetto espositivo curato da Chiara Ottaviano e allestito nelle due sedi del Polo Museale del Lazio.

 

C'è l'immagine in bianco e nero di Sophia Loren che spegne venticinque candeline con Clark Gable durante le riprese de "La baia di Napoli" nel 1959 e si lascia immortalare con la sua collana di rubini. Elizabeth Taylor, per il suo trentunesimo compleanno, in una pausa dai ciak di "Cleopatra" nel '63, porta sul cuore la spilla con smeraldo dono di fidanzamento di Richard Burton del quale si innamorò proprio sul set negli anni della Hollywood sul Tevere. Poi le teche che custodiscono i tesori appartenuti al mito Anna Magnani e alla "Bersagliera" Gina Lollobrigida, tra atmosfere da "Dolce Vita", cappe sontuose vestite da Maria Callas e proiezioni sulle pareti in un gioco filmico e di luci in cui si intravedono, in un abbraccio felliniano, Anita Ekberg e Marcello Mastroianni. Zaffiri, turchesi, eleganza e design. Pezzi unici dell'archivio storico Bvlgari accanto a preziosi gioielli di collezioni private con abiti Haute Couture e costumi che a Castel Sant'Angelo parlano il linguaggio della poesia e fanno rima con i volumi scultorei di Roberto Capucci. Vere e proprie opere d'arte in crêpe di seta con volants in taffetà accanto alle altre creazioni della collezione privata di Cecilia Matteucci Lavarini. Fino ad arrivare ai nostri giorni con il sorriso da Oscar di Julia Roberts che saluta i flash in uno scatto da red carpet con platino e carati a volontà. Il progetto di esposizione, ideato dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, in collaborazione con Bvlgari, è stato realizzato grazie alla minuziosa e colta ricerca condotta da personalità del mondo accademico e universitario, tra cui Francesco Benigno, Daniela Luigia Caglioti ed Emanuela Scarpellini. I temi sullo stile e la creatività della maison, passando dagli anni '80 ai '90 con l'orologio "Bvlgari Bvlgari", che traduce l'estro in quotidianità, sino all'iconico "Snake" che striscia sulle pareti, sono stati sviluppati da Lucia Boscaini, brand and heritage curator del marchio che fa capo al Gruppo francese Lvmh.Il genio della Pop Art, Andy Warhol, in un'intervista a Nicola Bulgari per la sua rivista "Interview" disse: «Penso che i vostri gioielli rappresentino gli anni '80. Tutti cercano di copiarli».

Colori audaci e brillanti, attenzione alla manifattura e portabilità per l'alta gioielleria scelta da donne determinate e indipendenti che amavano acquistare da sole raffinati bracciali e anelli. «La mostra è figlia di un progetto scientifico serio, equilibrato e trasparente.», spiega Edith Gabrielli, che aggiunge «Ritenevo e ritengo Bvlgari una realtà italiana fra le più rimarchevoli. Lo è per la storia del gusto, perché da solo il marchio Bvlgari evoca una grande tradizione di tecnica e bellezza nelle arti applicate. Lo è per la storia del lavoro: non dimentichiamoci, mai, delle centinaia di persone, per lo più nostri connazionali, impiegate nella fabbrica di Valenza e nelle sedi di Firenze e Roma. Per questo, fare una mostra su Bvlgari e con Bvlgari significa in definitiva fare qualcosa di buono per il nostro paese». Il fil rouge dell'expo, declinata tra gli archi del castello e le sale del palazzo di piazza Venezia,  è il "passaggio temporale" che guarda all'heritage e alla tradizione per raccontare il presente e il futuro.


«Un'occasione unica per riscoprire la storia e la creatività di Bvlgari come icona del made in Italy, esaltate dalla splendida cornice di Castel Sant'Angelo e Palazzo Venezia. Il talento, la passione e la capacità di cogliere lo spirito dei tempi da parte del fondatore Sotirio Bulgari e delle successive generazioni hanno segnato un percorso di successo e la storia della gioielleria in generale», fa sapere Jean-Christophe Babin, amministratore delegato del Gruppo Bvlgari. Un catalogo edito da Rizzoli accompagna l'esposizione e comprende le immagini della Collezione Heritage della maison e gli abiti della collezione Matteucci Lavarini con testi critici e didascalici, mentre la fotografa Chiara Quadri reinterpreta entrambe in modo inedito con i suoi scatti d'autore. In quel sogno fatto di storia, amore e fantasia chiamato Bvlgari.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero