Il Bauhaus compie 100 anni, “99designs” ridisegna i loghi di Adidas, Lego e Netflix

Logo Adidas by Jaseng99 (courtesy of "99designs")
Ancora oggi il suo stile è fonte d’ispirazione per grafici, pubblicitari e architetti. Proprio per questo, in occasione del suo centenario, il Bauhaus viene omaggiato...

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Ancora oggi il suo stile è fonte d’ispirazione per grafici, pubblicitari e architetti. Proprio per questo, in occasione del suo centenario, il Bauhaus viene omaggiato da un gruppo di creativi attraverso i loghi di famosi brand contemporanei, riproposti secondo gli iconici tratti della rivoluzionaria scuola d’arte tedesca. Protagonisti del progetto “Haus work” ideato dalla piattaforma internazionale “99designs”, sono i simboli e le scritte di marchi come Netflix, Adidas, Apple, Google, Lego, BMW, BBC, Burger King, Domino’s, Starbucks, WWF e Ferrari.


A rielaborare i loro caratteri e colori secondo l’approccio audace, minimale e radicale del Bauhaus, come si legge su “BBC Arts”, sono stati Vladimir Nikolic, Ponomarev Dmitry, Artopelago, Ars Designs, Jaseng99, Yuleha, Dellfi, Rossiemoss, SenseDesign e Asaad. Tutti artisti della community che ha lanciato l’iniziativa e che raggruppa designers freelance dall'Argentina al Guatemala, dagli Stati Uniti alla Russia, dalla Lettonia al Regno Unito.

Successivo alla Rivoluzione industriale e fondato nel 1919 a Weimar dall'architetto Walter Gropius, il Bauhaus si manifesta, fino all’avvento del Nazismo in Germania, attraverso un'ampia gamma di forme espressive, dalle arti applicate al design, dalla pubblicità fino all’architettura, coniugando le varie discipline con la tecnologia. Ancora: secondo le esigenze del neonato “Movimento”, la scuola doveva insegnare a guardare il mondo in modo diverso. Ma soprattutto, a rappresentarlo solo con l'essenziale, utilizzando una tavolozza di colori primari, sperimentando delle forme geometriche e servendosi della tipografia.

Patrick Llewellyn, Ceo di “99designs”, ha ricordato che «quando è iniziato il Bauhaus, si era sull'orlo di un enorme cambiamento tecnologico. Ma mentre molti artisti temevano che l'elettricità e la produzione di massa avrebbero sancito la fine dell'arte come la conosciamo noi, il “Movimento” si è lasciato ispirare dalla trasformazione e dal progresso».


Per il Ceo, infine, «è facile fare paralleli con l'ansia della gente per cose come l'automazione e l'intelligenza artificiale oggi, ma è stimolante vedere come la tecnologia possa riunire una comunità globale di talenti creativi e – conclude Llewellyn – dimostrare quanto i principi senza tempo del design Bauhaus trovino spazio ancora oggi».
 
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Il Messaggero