Versace apre la Paris Fashion Week

Atelier Versace Primavera 2015 Couture
​PARIGI - Jessica Chastain, Amy Adams, Jane Fonda, Kate Hudson... Nessun altro stilista ha vestito agli ultimi Golden Globes tante star come ha fatto Donatella Versace....

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​PARIGI - Jessica Chastain, Amy Adams, Jane Fonda, Kate Hudson... Nessun altro stilista ha vestito agli ultimi Golden Globes tante star come ha fatto Donatella Versace. Guardando la sfilata Atelier Versace che ha aperto la settimana della moda parigina dedicata alla Couture Primavera 2015, c'è da scommettere che il red carpet dei Grammy, l'8 febbraio, sarà firmato Versace e ancora più rosso.








L'idea di questa stagione, ha spiegato Donatella, è quella di «tornare alla forma del corpo della donna, tutta curve». Non si poteva trovare, infatti, nei modelli una sola linea dritta: non sui tailleur dal nero profondo che hanno aperto lo show, né su un trio di miniabiti ricamati per le più giovani e indossati con stivali al ginocchio abbinati, e sicuramente non sui vestiti da sera con vorticosi inserti arabeschi di rete nude look.



La tavolozza dei colori è un mix frizzante di nero, bianco, rosso e blu reale. Inizialmente gli abiti presentati erano notevolmente disadorni per gli standard dell'Alta Moda, non una sola perla era cucita fino al quattordicesimo capo. Questo vuol dire che a contare sono stati il taglio e il montaggio, così come gli esperimenti con nuovi volumi delle gonne.



Tute nere con scollature asimmetriche, tute monospalla con spacco e gambe svasate, un capo bianco con aggraziato manicotto: gli abiti abbracciavano letteralmente le modelle. Versace ha compensato la precoce assenza di brillantezza con lo spettacolo della seconda parte della collezione: abiti lucidi da jet set, vestiti dai pizzi-capestro e la passerella di Eva Herzigova e Amber Valletta con più pelle scoperta di quanta fosse vestita.



Oltre a Kate Hudson, che sedeva in prima fila con mamma Goldie Hawn, tante facce da Hollywood come Gillian Anderson e colleghi come Riccardo Tisci. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero