Altaroma, con “Creative District fashion film” moda, arte ed ecologia online

"Creative District fashion film"_ Andrea Sbarrini_credits Courtesy of Press Office
L’arte dello storytelling in uno short movie di moda, curato da Antonio Falanga e Grazia Marino con la produzione di Spazio Margutta, giunge alla sua seconda edizione....

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L’arte dello storytelling in uno short movie di moda, curato da Antonio Falanga e Grazia Marino con la produzione di Spazio Margutta, giunge alla sua seconda edizione. Creative District fashion film, visibile in streaming sulla piattaforma “digital runway” targata Altaroma, parla del presente attraverso il potere delle immagini calandosi nel backstage di quella creatività che, tuttora, affronta con difficoltà la pandemia. Il “green screen” diventa la tavolozza sulla quale dipingere le collezioni e presentarle in sicurezza online, seguendo la tendenza del momento. Protagoniste l'ecologia e tematiche d’attualità, che vanno dalla tutela dell’ambiente ai siti archeologici da preservare, fino all’importanza della tecnologia necessaria per la realizzazione delle riprese nella Capitale con la regia dello studio Savanamovies e il sostegno promozionale di Cna Federmoda. Nel cast del progetto filmico quattro realtà creative e produttive rigorosamente made in Italy.

Flavia Lecci, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Catania, ha avviato il suo percorso stilistico negli anni ’90 ispirandosi con i capi di alta sartoria alla sua amata Sicilia, culla di tesori e capolavori architettonici senza tempo. L’abito che guarda alle atmosfere dell’Antica Roma in voile di seta drappeggiato, con cintura in vita e polsi ricamati, riprende il decorativismo dalla cornice del celebre “Mosaico degli amanti” di Villa del Casale-Piazza Armerina. Tocchi bizantini e arabi rivivono nelle rifiniture dei velluti e nel macramè lavorato con foglia d’oro zecchino o nell’iridescenza degli oltre 5mila cristalli Swarovski. Plissettature, chiffon, forme baroccheggianti. Luce e colore sino ad un raffinato stile liberty sulla pelle. La designer di gioielli Gaia Caramazza porta nella pellicola la sua visione onirica del mondo con la dedica “A Gea”, che secondo la filosofia greca rappresenta la Terra, la materia da cui tutto nasce e ha origine. Preziosi in argento e pietre naturali possono cambiare aspetto in una rinnovata dimensione: un tributo al blu del mare e al florido ritorno della vegetazione terrestre. Il mutamento è il leitmotiv della capsule. Ciondoli si tramutano in bracciali o spille, collane cambiano con un gesto e si trasformano in choker handmade grazie alle tecniche orafe della fusione a cera persa e "a banchetto".

Il Liceo artistico ha plasmato, invece, la percezione estetica di Andrea Sbarrini. Consulente nel settore tessile con il suo “emporio dei tessuti” romano, che dirige insieme al fratello Simone, ha avuto una brillante idea sartoriale contro l’inquinamento. Quattro outfit fatti a mano raccontano i disastri ambientali che sono all'ordine del giorno: il primo, dalle piume nere, pone l’attenzione sugli uccelli intrappolati dal petrolio lungo le rive marine, il secondo accende i riflettori sul dramma delle isole di plastica che fluttuano negli oceani privando dell’ossigeno come simboleggia la modella avvolta in una rete azzurra. Il terzo narra l’impossibilità di respirare a causa dello smog dovuto ai gas delle ciminiere industriali mentre l’ultima mise raffigura il riscaldamento climatico: un corpetto total white effetto iceberg mette in guardia dallo scioglimento dei ghiacciai. Sul set, all’insegna della sostenibilità, anche Tecna Italia, company “customer oriented” al servizio della bellezza dal 1995, che con prodotti cosmetici innovativi rispetta la natura e la cura della persona in maniera etica. Prima azienda con formulazioni Nichel tested, prive di ammoniaca e sostanze dannose per la salute, si è impegnata utilizzando piante provenienti da coltivazioni rinnovabili che non impoveriscono le risorse del pianeta, ingredienti e fonti biodegradabili propri degli antichi rimedi officinali. Hanno collaborato dietro le quinte, curando i look, il make up artist Raffaele Squillace e l’hair stylist Lello Sebastiani.

 

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Il Messaggero