Accessori e abiti con blister e pillole: la maison Moschino accusata di incoraggiare l'uso di droghe

Un tossicodipendente ha lanciato una petizione on line per vietarne la vendita
Il direttore creativo di Moschino è stato accusato di incoraggiare all’uso di droghe: Jeremy Scott colpisce ancora. Chi conosce l’estro dello stilista sa che le...

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Il direttore creativo di Moschino è stato accusato di incoraggiare all’uso di droghe: Jeremy Scott colpisce ancora. Chi conosce l’estro dello stilista sa che le sfilate della maison sono tutt’altro che convenzionali. D’altronde, vivere al di fuori degli schemi è un marchio di fabbrica. La collezione finita nell’occhio del mirino è la Primavera/Estate 2017 presentata in occasione della Paris Fashion Week, uno degli appuntamenti più attesi della moda mondiale. In passerella, borse a forma di blister e capsule e abiti stampati con pillole, tutto rigorosamente all’insegna del colore. Ma la scelta ha fatto storcere il naso soprattutto a chi ha avuto precedenti spiacevoli con droghe e medicine.


Così, Randy Anderson, un tossicodipendente di Minneapolis, ha lanciato una petizione on line per impedire agli store Moschino e a Saks Fifth Avenue di vendere la collezione. I sostenitori della causa pensano che, da parte del marchio, ci sia grande superficialità: fare di una pillola un accessorio à la page e, quindi, irrinunciabile, veicola come messaggio subliminale l’idea che sia la pillola l’oggetto irrinunciabile. Jeremy Scott e i vertici dell’azienda non si sono ancora pronunciati ma già in un’intervista il direttore creativo aveva spiegato come la linea pensata per la prossima stagione calda abbia tratto ispirazione da “La valle delle bambole”, il libro di Jacqueline Susann in cui le “bambole” sono le pasticche di cui le ragazze protagoniste della storia fanno abuso per trovare pace o eccitazione.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero