La rivolta delle vogatrici di Venezia: «Pagate meno della metà degli uomini, non è giusto»

La rivolta delle vogatrici di Venezia: «Pagate meno della metà degli uomini, non è giusto»
La rivolta delle vogatrici che alla vigilia della regata storica di Venezia sfidano il Comune. «Anche quest'anno saremo pagate meno degli uomini e non è...

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La rivolta delle vogatrici che alla vigilia della regata storica di Venezia sfidano il Comune. «Anche quest'anno saremo pagate meno degli uomini e non è giusto». Le prime classificate nella competizione delle mascarete a due remi prendono come l’ultimo classificato degli uomini nella gara dei gondolini a due remi. Nel sito del Comune sono elencate le cifre, come riporta "La Nuova di Venezia": i primi classificati maschi prendono 1995 euro netti a testa, 1869 vanno ai secondi, 1745 ai terzi e via via fino al nono con 998. Per le donne cifre dimezzate: alle prime classificate spettano 976 euro, alle seconde 915, alle terze 954 e via via scalando, fino alla riserva che ne prende 407.

«Il problema della disparità c’è e non solo a Venezia, ma in tutto il mondo e in tutti gli ambiti sportivi. In Italia gli uomini sono considerati professionisti e le donne dilettanti. Perché? La Serenissima aveva più rispetto per le donne», protesta Gloria Rogliani dell’Associazione Regatanti, campionessa di voga. «Quest’anno abbiamo ottenuto un 25% in più rispetto all’anno scorso. Ogni anno, un passo dopo l’altro, ci avviciniamo
». Circa tre anni fa, due vogatrici hanno presentato un progetto per una più corretta ripartizione dei premi.  
La vogatrice Elena Almansi, 26 anni, in un'intervista a Repubblica, attacca il Comune. «Non capiamo perché dobbiamo prendere come primo premio la cifra che prende un uomo arrivato all'ultimo posto. Non solo: in tante altre regate i premi per le donne non sono proprio previsti. Se a decidere i premi fosse un privato lo capirei, ma un ente pubblico come il Comune  deve garantire la parità di trattamento a monte. Vogliamo la parità iniziale uguale».   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero