Due amiche e colleghe, stessa età. Un bel lavoro, tanti viaggi, la famiglia. «Perché non facciamo qualcosa di nostro?». Il coraggio di osare. Daniela...
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«Il primo “Vivi” a Villa Pamphili lo abbiamo inaugurato l'8 marzo del 2008», un'impresa tutta al femminile nata nel giorno della festa delle donne. Daniela, cresciuta tra l'Indonesia e l'Australia, e Cristina, bolognese trapiantata a Roma, 49 anni, si sono conosciute al lavoro, nella società di produzione cinematografica De Angelis. «Anni bellissimi, ci siamo divertite tanto, ma avevamo il desiderio di lasciare un nostro timbro». Tutte e due amanti dei parchi e dei pic-nic, si sono messe alla ricerca della location per il loro progetto. Bandi, viaggi all'estero alla ricerca di formule già collaudate, e poi l'annuncio trovato per caso su Google. «Si vendeva un bar-gelateria a Villa Pamphili. Andiamo a vedere questo posto, bellissimo. Ma il proprietario ci chiede una fortuna. Investiamo tutto quello che avevamo - racconta Cristina - con incoscienza e tanta voglia di fare. All'inizio non ci davano molta fiducia, in banca ci chiamavano: le ragazze. Poi ci siamo dimostrate precise e puntuali e non abbiamo avuto problemi».
Si inaugura il primo Vivi. «Cristina faceva una torta ogni 5 ore, io una spremuta ogni mezz'ora. Ma c'era la fila e la gente era felicissima. All'inizio avevamo solo due dipendenti, adesso sono una cinquantina, al 90 per cento donne. Abbiamo subito puntato su healthy food e bio, e non è stato facile trovare i distributori per un menù biologico. Con il tempo ci siamo evolute, adesso cerchiamo prodotti anche a basso consumo energetico, che facciano bene a noi e al pianeta».
Il nuovo lavoro da imprenditrici e la famiglia, due figli ciascuna, della stessa età. «Non c'erano domeniche e week-end, i nostri mariti sono stati due santi», ricorda Cristina. Dai parchi ai musei, dopo Villa Pamphili Palazzo Braschi dentro, in Piazza Navona, la Sala Umberto in via della Mercede e Galleria Borghese. «A settembre apriremo un altro locale a Monte Mario», Daniela parla dei nuovi progetti. «E diventeremo una società benefit che al profitto affianca la volontà di avere un impatto positivo nell'ambiente». «Ogni cinque minuti puoi scegliere e fare la differenza». E dunque, spiega Cristina, «più prodotti a km0, meno spreco possibile, meno plastica e packaging. Consideriamo il cibo un veicolo per il cambiamento».
C'è un team al femminile dietro il successo di Vivi. «Siamo una squadra di donne, al 90 per cento. Cerchiamo di creare un clima di lavoro piacevole dove tutti i dipendenti possano sentirsi coinvolti.
Mesi faticosi, questi ultimi, e forse anche quelli che verranno. «Vivi l'incertezza del futuro, ti confronti con l'angoscia dei dipendenti che non hanno ricevuto la cassa integrazione. Ma vogliamo ripartire e ce la metteremo tutta anche per dare fiducia e speranza al nostro team di lavoro che ha dimostrato una grande tenacia e spirito di collaborazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero