L'India ha vissuto oggi l'ennesima giornata di tensione, dopo la scoperta della morte di un'altra giovane donna, anche lei violentata e brutalizzata in Uttar Pradesh,...
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Le manifestazioni
Molte proteste sono sfociate in arresti: a Delhi un centinaio di manifestanti, ottanta dei quali ragazze, sono stati arrestati. In Uttar Pradesh, che è lo stato più popoloso del paese e con il più alto tasso di criminalità, il governatore Yogi Adityanath, monaco indù e politico molto vicino al premier, ha fatto proibire ogni manifestazione e chiuso i confini. Numerosi attivisti, che cercavano di violare i blocchi, sono stati picchiati, mentre Rahul e Priyanka Gandhi, che volevano raggiungere Hathras, sono stati fermati dalla polizia e ricondotti nella capitale: «Il governatore ha la responsabilità morale di questa situazione e si dovrebbe dimettere», ha detto la Gandhi. La piaga degli stupri è uno degli aspetti più sconvolgenti dell'India contemporanea: secondo gli ultimi dati del National Crime Record Bureau, NCRB ogni giorno avvengono in media 87 stupri. Ma molti di più sono quelli non denunciati. Non solo: nonostante l'inasprimento delle condanne, che, dopo il caso di Nirbhaya prevedono anche la pena capitale, nel 2019 si è registrato il 7 per cento in più di stupri rispetto all'anno precedente. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero