Debora non sta sulla torretta a controllare i bagnanti né seduta sul pattino rosso del salvataggio davanti alla riva. Saltella da un ombrellone ad un kayak con la stessa...
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Glielo dice strizzando l'occhio, poi sistema l' equipaggiamento di sicurezza e li lascia padroni del lago per un'ora. Lancia un fischio ad un bagnante che osa superare le boe oltre le quali non vorrebbe andare a salvarlo, e corre a prendere una canoa. Esce dalla cabina con una canoa gialla che tiene sulle spalle. Una due-posti.
«Me l'hanno chiesta due fidanzatini giovani, ma lei non mi sembra tanto convinta, basta che non litigano». Mette l'imbarcazione in acqua, spiega ai due chi deve stare dietro (il più pratico, ndr) e li arma di giubbotti e remi. Si ferma a guardarli giusto il tempo di una virata. «Eccoli: tornano indietro». Debora fa scendere la ragazza. Mette via la canoa grande e tira fuori una singola per il giovanotto. Sorride: «Tranquilli, fanno tutti così». Strizza l'occhio di nuovo e accompagna la ragazza sotto l'ombrellone mentre il fidanzato prende il largo. Altro che Baywatch o litorali romagnoli dove i bagni vivono di animazione e divertimento. Al Baraonda (perché col fatto che la Spiaggia Miralago sta attaccata al locale Baraonda tutti la chiamano così) si va per rilassarsi e al benessere ci pensa Debora la bagnina. «Addetta alla spiaggia», chiarisce lei. E' il terzo anno che fa questo lavoro stagionale: da aprile a ottobre. La conoscono tutti. Soprattutto è lei a conoscere tutti: «So chi vuole la prima fila di ombrelloni, chi vuole l'ombra e chi il sole, chi una chiacchiera e chi la pace». Classe 1973, fa la ballerina fin da bambina. «Una questione di famiglia: ai miei genitori piaceva ballare e mia sorella Samanta ci ha costruito la carriera in Rai». Già, Debora Togni è la sorella di Samanta Togni, l'insegnante di Ballando con le Stelle. «Facevo gare a livello internazionale e giocavo pure a pallone. Mentre il ballo tirava fuori la parte femminile che è in me, il calcio quella maschile. Ho giocato con la Virtus Terni e col Vitorchiano. Ho fatto l'operatore di ossigeno, cioè portavo l'ossigeno ai malati, poi ho lavorato come corriere per Bartolini. Insomma tutti impieghi che mi tenevano lontana da una scrivania».
Approda a Piediluco cinque anni fa come animatrice alla società Canottieri. «Poi finalmente al Baraonda da David Crisostomi», racconta. Sembra una ovvietà. Ma dei 12 mila bagnini o addetti alla spiaggia solo il 16 per cento è donna, una percentuale che sale solo di due punti negli ultimi due anni (dati Cna). Un mestiere che è sempre stato appannaggio dei maschi, i latin lover dei litorali italiani. «Eppure non è una questione di muscoli bensì di tecnica e di approccio. Non solo, ma noi donne ci rapportiamo meglio con i bambini». Piediluco diventa un avamposto per la parità di genere. E Debora sicuramente la figura che coniuga tutte le caratteristiche di dedizione giuste. Il sogno nel cassetto? «Restare qui e mettere su famiglia con Claudia, la mia fidanzata. Se dovessi perdere il lavoro vorrei prendere in gestione una spiaggia da sola. Farei la bagnina tutta la vita». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero