Macchinari fermi, stop alla produzione. Gli operai sono pregati di andare in aula, c'è la lezione. Niente di tecnico, nessun grafico e nessuna nuova istruzione. Sulla...
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L'INCLUSIONE
Dopo gli operai dello stabilimento di Minerbio della Caterpillar (azienda che produce in 25 paesi macchinari da miniera e costruzioni, motori diesel, turbine a gas, locomotive e in Italia conta mille dipendenti) toccherà anche i colleghi di Cattolica.
LE OFFICINE
«Da anni il nostro gruppo ha sviluppato un programma vasto di iniziative volte al gender balance e alla valorizzazione delle risorse femminili», spiega Sara Alberghini, dirigente di Caterpillar Servizi Italia, promotrice e coordinatrice delle iniziative aziendali a favore dell'uguaglianza di genere. «Crediamo fermamente nei valori dell'inclusione e della diversità. In Italia la divisione di Caterpillar Prodotti Stradali quest'anno ha dato inizio al programma Better Place». Ai corsi non hanno partecipato solo gli operai, ma tutti quanti i dipendenti. A cominciare dai vertici.
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«Per dirigenti, quadri e supervisor, ossia tutti coloro che hanno la facoltà di influire direttamente sulla cultura aziendale e sul modo di lavorare, sono previste 24 ore di lezione, gli altri dipendenti degli uffici ne hanno 8. Infine è stato deciso di coinvolgere anche il personale di officina». Tre classi per circa 120 operai nello stabilimento di Minerbio, e nel 2020 saranno coinvolti quelli di Cattolica. «Va detto che mentre la rappresentanza di genere tra gli impiegati è equamente distribuita (circa il 50% donne), così come per la parte apicale (45% dei dirigenti) - continua Sara Alberghini - non così è per gli altri manager di secondo e terzo livello (siamo sotto il 15%). La parte di officina è tutta completamente maschile».
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Qual è stata la risposta dei dipendenti? «Grandissimo interesse, partecipazione attiva, domande, discussioni. Al termine delle lezioni chiediamo sempre di compilare un questionario di gradimento anonimo, ed i riscontri sono sempre entusiastici. L'esperienza più significativa è forse stata quella con le classi di operai: tutti uomini ed eterogenei in quanto a età e scolarizzazione. Era la prima volta che esponevamo il personale di officina a temi soft di carattere non tecnico».
Interventi, discussioni, mani alzate, domande. Al termine dei corsi tanti ringraziamenti. C'è chi ha scritto: corsi del genere andrebbero fatti anche nelle scuole. Chi ha chiesto più tempo da dedicare a questi argomenti, chi è convinto che l'esperienza sarà utile sul lavoro e non solo. «Nei questionari il 94% degli operai afferma di ritenere che il corso sarà utile a migliorare i rapporti sul lavoro e anche al di fuori. Il 98% ritiene che un simile corso dovrebbero seguirlo tutti».
LA PRODUZIONE
La scelta coraggiosa di fermare le linee di produzione durante le lezioni. «Per un'azienda metalmeccanica è un grande sforzo, soprattutto per chi ha una produzione in linea, come noi: significa ridurre e sacrificare la produttività giornaliera ed i nostri dipendenti sono ben consapevoli di questo. E credo che proprio ciò sia un segnale per loro dell'importanza che la parità di genere, l'inclusione e la diversity nella nostra azienda».
Nei luoghi dove si limitano le differenze, i rapporti sono improntati al rispetto e alla parità, si lavora meglio e si produce di più. «Oramai numerosi studi dimostrano che la parità di genere sui luoghi di lavoro porta a una maggiore redditività. Vi è però un altro aspetto che mi piace sottolineare: ognuno dei nostri dipendenti sarà un ambasciatore di questi valori. Quando la sera tornerà a casa, parlerà con una figlia, una moglie, un'amica lo farò con una nuova consapevolezza».
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Il Messaggero