Bambine e adolescenti vendute come merce. Sono il 23 per cento delle vittime di tratta nel mondo. Nell'Unione Europea il commercio di esseri umani è finalizzato...
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Le vittime sono in aumento, denuncia l’agenzia delle Nazioni Unite. Il problema è molto diffuso nei paesi d'origine (che si trovano soprattutto in Asia e Africa centrale), ma anche in quelli di transito, e spesso nei paesi d'arrivo. Le donne e le ragazze coinvolte nella tratta a scopo di sfruttamento sessuale, denuncia l'Unicef, subiscono «violenze e abusi che includono anche la deprivazione della libertà personale, violenze economiche, fisiche e sessuali che portano a conseguenze gravi e talvolta pericolose per la vita stessa».
Secondo il rapporto di Save the Children "Piccoli schiavi invisibili 2019" le vittime in Italia sarebbero 1.660. In Europa una su 4 è minorenne e «l’obiettivo principale dei trafficanti di esseri umani è lo sfruttamento sessuale. Sono infatti 20.500 le vittime, registrate tra il 2015 e il 2016, di questo sistema violento e senza scrupoli; il 56% dei casi riguarda la tratta a scopo di sfruttamento sessuale, mentre il 26% è destinato a quello lavorativo». Il business dello sfruttamento sessuale recluta le sue vittime in Nigeria, Romania, Bulgaria e Albania.
L'appello
«La tratta è un crimine contro l'umanità che colpisce prevalentemente donne e bambini, sfruttati senza pietà nella prostituzione, ma non solo. Al supporto per le vittime bisogna affiancare un'azione internazionale di contrasto coerente, ferma e decisa», scrive su Twitter Mara Carfagna, vice Presidente della Camera e coordinatrice nazionale di Forza Italia. L'ex presidente della Camera Laura Boldrini chiede un intervento più deciso del governo: «Questa intollerabile forma di schiavitù è circondata ancora da troppa indifferenza. Il governo faccia di più per contrastare questo fenomeno, sia per una ragione morale sia per una questione di sicurezza nazionale. I profitti del traffico illecito di persone, infatti, spesso vanno a ingrossare i bilanci della criminalità organizzata che fa affari traendo profitto dallo sfruttamento del corpo delle donne». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero