In Italia le donne che donano i propri organi per un trapianto da vivente sono il doppio degli uomini: è il dato emerso da una rilevazione del Centro nazionale trapianti...
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Il dato italiano rappresenta un primato anche a livello europeo. Nel 2017 le donazioni di rene da vivente effettuate da donne sono state in media il 58% del totale, mentre in Italia rappresentano il 70%: una percentuale superiore a quella di tutti gli stati con un volume di trapianti comparabile al nostro come Spagna (65%), Gran Bretagna e Turchia (55%) e Francia (48%).
Il focus del Sistema informativo trapianti permette di osservare alcune differenze anche tra le tipologie di relazione tra donatore e ricevente. In quasi un caso su tre a donare l’organo sono le madri ai propri figli (1017, il 29,2%) mentre i padri rappresentano il 12,7% del totale (442 donazioni). Allo stesso modo le mogli donatrici sono oltre il doppio dei mariti, rispettivamente il 19% e l’8,1% (662 le donne e 281 gli uomini). Maggioranza femminile anche nelle donazioni tra fratelli: nel periodo in esame l’organo è arrivato da 401 sorelle (11,5%) mentre e 240 maschi (6,9%). Nessuna differenza, invece, nelle donazioni dei figli verso i genitori: donatrici sono state 92 e i donatori 101.
La prevalenza femminile è una peculiarità della donazione da vivente: nello stesso arco di tempo i donatori deceduti utilizzati sono stati in maggioranza uomini (9912 su 17980, il 55% del totale).
«La differenza di genere nella donazione da vivente risente certamente dell’incidenza di alcune patologie che, dal punto di vista epidemiologico, interessano i due generi in maniera differente, ma una tendenza così marcata evidenzia una maggiore predisposizione a donare da parte delle donne, soprattutto nel contesto familiare», commenta il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo. «L’equilibrio si ristabilisce, sebbene i numeri siano ancora esigui, se si parla di donazioni samaritane, ovvero quelle effettuate da chi offre un proprio organo per salvare la vita di un malato con il quale non ha alcun legame di tipo familiare o affettivo: in Italia dal 2015 ne abbiamo avute 7, di cui 4 da parte di donne e 3 da parte di uomini». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero