Toponomastica, questione maschile. Solo il 4% delle strade intitolate a donne

Toponomastica, questione maschile. Solo il 4% delle strade intitolate a donne
MILANO «Le strade libere le fanno le donne che le attraversano», è il memento dell’associazione Toponomastica femminile. Eppure la maggior parte di quelle...

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MILANO «Le strade libere le fanno le donne che le attraversano», è il memento dell’associazione Toponomastica femminile. Eppure la maggior parte di quelle strade è intitolata a uomini. Un dettaglio sul quale non capita di riflettere, mentre si cerca frettolosamente un indirizzo. Ma il fenomeno è quantomai diffuso e Toponomastica femminile, nata nel gennaio 2012, vuole porre rimedio a questa disuguaglianza. Il gruppo imposta ricerche, pubblica dati ed esercita pressioni sulle amministrazioni locali affinché strade, piazze, giardini siano dedicati alle donne per compensare l’evidente sessismo che caratterizza l’attuale mappa stradale.

TALENTI DIMENTICATI
«In Italia solo il 4% delle vie è dedicato alle donne. E in questa piccolissima quota sono comprese anche le figure religiose, come le sante o le diverse versioni della Madonna», spiega Nadia Boaretto, componente dell’associazione che ha condotto un censimento minuzioso nei Comuni italiani. Dall’analisi a livello nazionale condotta dal gruppo, risulta che la media di strade intitolate a donne va dal 3 al 5% - in prevalenza madonne e sante - mentre quella delle strade dedicate agli uomini si aggira attorno al 40%. Dalla constatazione di questo gap sono partite tante iniziative: la campagna per la memoria femminile denominata «8 marzo, tre donne tre strade», con l’invito a sindache e sindaci a intitolare tre strade ad altrettante donne: una di rilevanza locale, una famosa in tutta Italia e una straniera. «Certamente lo squilibrio si verifica perché in passato, a causa delle condizioni storiche e sociali, pochissime donne hanno avuto la possibilità di esprimere il loro talento. Ma sono comunque molte anche le artiste, le scrittrici e le sportive che continuiamo a dimenticare», afferma Nadia Boaretto.
LA NECESSITA’ DEL RICORDO

A Milano dal 2011 l’assessorato alla Cultura, che ha in carico anche il compito della titolazione delle vie, ha incominciato a colmare questa distanza alternando volta per volta, per ogni nuova via, il nome di una donna e quello di un uomo. Sino a oggi sono 27 le nuove targhe al femminile, a cominciare dalla prima, dedicata alla cantate lirica Renata Tebaldi. L’ultima è del luglio scorso: un piccolo giardino, a Porta Romana, ricorda Maria Teresa Agnesi, musicista vissuta nella seconda età del settecento e sorella della matematica Gaetana. Per le prossime titolazioni sono già stati proposti alcuni nomi: Pippa Bacca, la giovane artista di Milano morta tragicamente durante il suo viaggio-performance in Turchia, la scrittrice Marguerite Yourcenar e l’attrice Anna Magnani. Seguendo così lo spirito dell’associazione: «È necessaria una riparazione del danno causata dall’invisibilità, perché restituire memoria a persone, eventi, storie soprattutto nel nome di una targa stradale significa rendere visibile e presente nella vita quotidiana la necessità del ricordo, del monito e insegnamento per le generazioni future».
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Il Messaggero