Stuprata e uccisa a 18 anni dal promesso sposo in India: non voleva cambiare religione per quel matrimonio combinato

Stuprata e uccisa a 18 anni dal promesso sposo in India: non voleva cambiare religione per quel matrimonio combinato
Aveva tanti sogni nel cassetto. Ma soprattutto voleva studiare e non aveva paura di dire no a un matrimonio per il quale avrebbe dovuto cambiare religione, rinnegando le sue...

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Aveva tanti sogni nel cassetto. Ma soprattutto voleva studiare e non aveva paura di dire no a un matrimonio per il quale avrebbe dovuto cambiare religione, rinnegando le sue origini. Un rifiuto che è costato la vita a questa ragazza di 18 anni, trovata morta nei campi del distretto di Lakhimpur Kheri, nell'Uttar Pradesh, in India, uccisa dal suo pretendente, Mohd Dilshad, che non ha accettato un "no" come risposta.


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La vittima, secondo il racconto dei familiari, era andata in una cittadina vicina per compilare il modulo per la richiesta di una borsa di studio. Ma non è mai più tornata a casa: il suo assassino l’ha sorpresa nei campi, l’ha stuprata e l’ha uccisa accoltellandola. Sul cadavere sono stati trovati anche segni dell’attacco di qualche animale randagio che ha fatto scempio del corpo. A lanciare l’allarme sono stati i genitori, preoccupati per il mancato rientro a casa della figlia. Le ricerche hanno portato a una zona di campagna vicino a uno stagno, non molto lontana dal villaggio della ragazza. Lì la polizia ha trovato il cadavere e si è messa subito sulle tracce dell'assassino con cui la ragazza aveva avuto diversi contatti negli ultimi mesi. Fermato dagli agenti, l’uomo ha confessato. «A parte la dichiarazione dell'imputato, l’arresto si basa anche su prove scientifiche come impronte digitali, vestiti macchiati di sangue e un filmato a circuito chiuso che confermano l’identità dell’assassino. Il coltello con cui è stata uccisa la ragazza è stato trovato su indicazione di Dilshad» ha detto un portavoce della polizia.
 


L'uomo lavorava nella sartoria dove la ragazza dalit (cioè appartenente alla cosiddetta "quinta casta" degli "oppressi", secondo il sistema sociale e religioso induista) era solita farsi ricamare i vestiti e aveva fatto amicizia con lei. Ma dopo un po’ le sue attenzioni erano diventate richieste pressanti e ossessive, tra cui quella di rifiutare il matrimonio con il ragazzo con cui avrebbe dovuto sposarsi, cambiare religione e convolare a nozze con lui. A innescare la furia omicida è stato il suo rifiuto.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero