Sport, una ragazza su tre smette a 13-14 anni: mancanza di tempo o «motivi economici»

Sport, una ragazza su tre smette a 13-14 anni: mancanza di tempo o «motivi economici»
Li vedi sempre in scarpe da ginnastica, ma non per fare sport. Tra gli adolescenti aumentano i sedentari: a 13-14 anni uno su 4 non pratica alcuna attività sportiva oltre...

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Li vedi sempre in scarpe da ginnastica, ma non per fare sport. Tra gli adolescenti aumentano i sedentari: a 13-14 anni uno su 4 non pratica alcuna attività sportiva oltre le 2 ore settimanali a scuola (era uno su 5 nel 2017). E il dato che riguarda le ragazze è peggiore: il 30% non fa attività fisica. Se la scusa più gettonata (36% dei maschi e 41% delle femmine) è «non ho tempo», un 4% di maschi e un 7% di femmine attribuisce la cosa a problemi economici.


È quanto emerge dall'indagine
Adolescenti e stili di vità, realizzata da Laboratorio adolescenza e Istituto di ricerca Iard, con la collaborazione della Associazione culturale pediatri (Acp) e l'Osservatorio permanente giovani e alcol. «Gli effetti del combinato disposto tra alimentazione non corretta e sedentarietà - sottolinea Gianni Bona, ordinario di pediatria all'Università di Novara e membro del consiglio direttivo di Laboratorio adolescenza - lo abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi, con una percentuale sempre maggiore di adolescenti sovrappeso, se non addirittura obesi. Ma anche al di là di questo grave aspetto, la mancanza della componente sport nella vita di un adolescente è grave a prescindere, perché l'attività fisica e sportiva è necessaria per il complessivo sviluppo fisico e psicologico di una ragazza o di un ragazzo».

«Il dato differente, tra maschi e femmine, sulla rinuncia allo sport per motivi economici - sottolinea Cinzia Marroccoli, psicologa e presidente di Telefono donna Potenza - evidenzia come purtroppo sia ancora radicata nelle famiglie l'abitudine a 'investirè le proprie risorse più sui figli maschi che sulle figlie femmine. Un atteggiamento che inevitabilmente porta a considerare l'essere donna come un disvalore, incidendo negativamente sulla rappresentazione del femminile sia da parte delle ragazze che dei ragazzi».
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Il Messaggero