A Singapore la maglia nera per come affronta stupri e molestie contro le donne, la denuncia delle ong

A Singapore la maglia nera per come affronta stupri e molestie contro le donne, la denuncia delle ong
Singapore si aggiudica la maglia nera per come il sistema giudiziario affronta molestie e aggressioni sessuali contro le donne. A detta degli attivisti per i diritti le...

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Singapore si aggiudica la maglia nera per come il sistema giudiziario affronta molestie e aggressioni sessuali contro le donne. A detta degli attivisti per i diritti le denunce non sono prese abbastanza sul serio. Il caso è scoppiato dopo che diversi studenti universitari appartennenti ad importananti famiglie sono stati condannati con pene ritenute troppo indulgenti. Successivamente un altro caso ha avuto come protagonista un ragazzo condannato a solo dodici giorni in prigione per aver tentato di strangolare la sua ex ragazza. Singapore nota per le sue leggi a volte draconiane per mantenere l'ordine (il vandalismo puo' essere punito con la fustigazione e l'omicidio e il traffico di droga con la pena di morte) non usa metri severi e rigorosi per difendere le donne.


Lo stupro coniugale, ad esempio, e' stato dichiarato reato solo l'anno scorso. «Il sistema giudiziario e' severo nei confronti di chi danneggia i beni pubblici. Ma se una donna viene minacciata o violentata, non e' cosi' grave: questo e' il messaggio che viene trasmesso», denuncia Pamela Ng, portavoce della campagna contro la violenza sessuale Aim For Zero. L'attivista se la prende inoltre con il profondo radicamento degli atteggiamenti violenti persino nell'ambiente universitario che fa si' che le vittime «siano spesso ritenute responsabili dei crimini che subiscono».

L'anno scorso, Monica Baey, studentessa della prestigiosa National University of Singapore (Nus), ha protestato sui social media per la lieve condanna di uno studente che l'aveva filmata sotto la doccia di un residence. La sua denuncia e' diventata il #MeToo di Singapore e ha fatto scattare altre testimonianze. A luglio, Yin Zi Qin, uno studente di odontoiatria alla Nus, e' stato condannato a meno di due settimane di carcere e 80 ore di lavori sociali dopo essersi dichiarato colpevole di aver tentato di strangolare la sua ex ragazza ed di aver affondato i suoi pollici negli occhi fino a farla svenire. Il giudice ha giustificato questa lieve sentenza alludendo che si tratta della sua prima condanna, di aver collaborato con le autorita' e di aver chiesto scusa alla vittima.

La sentenza ha suscitato indignazione a Singapore, tra coloro che non potevano credere che un atto del genere fosse punito in questo modo. Un altro studente della stessa rinomata universita', Terence Siow Kai Yuan, e' stato condannato a 21 mesi di liberta' vigilata per aver aggredito una donna su un treno e in una stazione. Il giudice ha respinto l'incarcerazione, perche' ha ritenuto che il giovane abbia buone possibilita' di essere riabilitato tenendo conto della sua carriera universitaria e della natura «relativamente minore» delle sue azioni, secondo i documenti del tribunale. Infine, e' stato condannato in appello a due settimane di carcere.


L'associazione Aware per la difesa dei diritti delle donne si rammarica che la giustizia sia piu' condiscendente verso gli aggressori che verso le vittime.  Tra il 2015 e il 2017, sono stati registrati 56 casi di abusi sessuali in sei universita' di Singapore, secondo il ministro dell'Informazione e dell'Istruzione, Ong Ye Kung.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero