Una campagna di affissioni nei sobborghi di Parigi in questi giorni ha fatto strabuzzare gli occhi a più di un passante. «Prova a disegnarmi un clitoride»....
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A far saltare il tappo sono stati (ancora una volta) i social e i nativi digitali, ormai abituati a confidarsi su Instagram e Facebook. In particolare le ragazze che su diversi account parlano del sesso e del piacere femminile come mai era stato fatto prima, senza veli, senza tabù, come nemmeno le loro mamme e nonne, che hanno ampiamente beneficiato della liberalizzazione dei costumi sessuali come conseguenza del Sessantotto, avevano fatto.
I colloqui liberi, spontanei, senza schemi hanno dato vita ad un libro (Je m'en bats le clito! Et si on arretait de se taire? Kiwi, 144 pag. 14 euro) grazie al quale sono stati raccolte le conversazioni su Instagram, tutte con il medesimo obiettivo, portare avanti quel che resta della rivoluzione sessuale. @jouissance.club, @jemenbatsleclito, @tasjoui, tutti account che seguiti da centinaia di migliaia di persone.
Il fenomeno nazionale si è diffuso subito e non è passato inosservato ad educatori, psicologi, medici. Le Monde ha dedicato a questa nuova piattaforma che si muove sullo slogan che “il sesso non è sporco” una inchiesta approfondita. La cosa curiosa che è emersa è che il 22% dei follower di questi account sono maschi, anche se la maggioranza resta tutta femminile.
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Il Messaggero