«Salvini sia responsabile e stigmatizzi il linguaggio sessista e machista ospitato nelle pagine web dei suoi supporter e dai suoi fan». Maria Elena Boschi non ci...
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Perchè ce l’ha tanto con lei Salvini, forse perchè ha presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti?
«Temo che non accetti l’idea che ci possa essere una avversaria politica che ha una opinione decisamente diversa dalla sua e magari la manifesta pure senza paura; questo determina una reazione che non è mai nel merito. Io sono abituata ai confronti, è normale la dialettica, e vorrei essere criticata per quello che dico. Invece le offese (a me come alle altre parlamentari) arrivano sono perché sono una donna».
Frasi sessiste, atteggiamenti machisti sembrano motivare i supporter di Salvini?
«Questo machismo verbale non aiuta a farci fare un passo avanti. Non so se Salvini possa essere considerato una sorta di mandante, non voglio arrivare a tanto. Dico però che la responsabilità e il cammino di questi scoppi d’odio è palese. Non si può non vedere che esiste una forma di responsabilità – anche diretta - nel non prendere le distanze da questi gruppi di odiatori e nel non condannare e cancellare i loro commenti orribili sui social, stigmatizzando pubblicamente il linguaggio che attacca le donne e il loro ruolo».
In questi giorni è stato annunciato lo slittamento del Ddl Pillon sull’affidamento condiviso e sulla riforma del diritto di famiglia…
«E’ un anno che veniamo prese in giro. Ancora si sta discutendo di rinvio e modifiche. Il Ddl Pillon deve essere ritirato in blocco o bocciato. Il punto è che sui diritti umani non ci sono negoziazioni di sorta. Purtroppo devo dire che spicca anche tutta l’ambiguità dei 5Stelle. Noi ci aspettiamo chiarezza da loro, o si sta di qua o si sta di là. Sui diritti dei bambini ci deve essere una opposizione netta, non ci possono essere mezze misure. La cosa che mi sorprende è il grande silenzio delle donne del movimento pentastellato su questo argomento. Eppure è un problema che riguarda tutti ed è triste che si sta a fare una battaglia per non tornare indietro».
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Il Messaggero