Il Venerdì Nero delle mamme di Roma, rabbia per la chiusura delle scuole disposta dalla Raggi

Valentina Latini
Si potrebbe benissimo chiamare il Venerdì Nero delle mamme di Roma. Altro che festa di Santa Lucia. Quello di ieri è stato uno dei peggiori giorni dell'anno per...

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Si potrebbe benissimo chiamare il Venerdì Nero delle mamme di Roma. Altro che festa di Santa Lucia. Quello di ieri è stato uno dei peggiori giorni dell'anno per tante mamme che, al di là della loro professione e del ceto sociale, si sono ritrovate unite dal medesimo destino: dover tamponare alla svelta, con soluzioni di emergenza, la chiusura delle scuole disposta dalla Sindaca Virginia Raggi la sera prima e, di conseguenza, organizzare la giornata dei propri figli. «Non ho mai visto tante mamme così disperate». Chi ha il polso della situazione è Valentina Latini, una mamma che diversi anni fa si è inventata una rete (www.mammeandthecity.it) per offrire servizi alle famiglie. 

Che disagi avete avuto?
«Il dramma è iniziato ieri sera, perchè fino alle ore 22 non si è saputo niente della famosa ordinanza sulla chiusura delle scuole. Da quel momento, cioè dalle 10 di sera, è iniziato il tam tam. Non tutte le mamme hanno i nonni a portata di mano, oppure delle colf che lavorano in casa stabilmente. Per tante donne si è trattato di trovare soluzioni tampone molto velocemente. Ci sono stati disagi a non finire. Del resto per le famiglie è difficile organizzarsi da un giorno all'altro, senza avere nessun preavviso. E' stata per molte una giornata difficile da dimenticare».
E a Roma non è che poi sia piovuto tanto...
«Guardi io non voglio entrare nel merito di questa ordinanza. Quando vengono diramati dei bollettini meteo che prevedono eventi straordinari e, potenzialmente, pericolosi è bene prestare sempre attenzione, tuttavia...»
Tuttavia?
«Forse questa ordinanza serviva soprattutto per evitare danni collaterali riguardanti la caduta di alberi. Con il vento forte (che non c'è stato) potevano pure cadere alberi sulle auto e ferire bambini. Ho visto che è comunque caduto un albero sulla Cassia in serata. Purtroppo a Roma queste sono cose che succedono». 
Lei come si è organizzata?
«Personalmente appartengo a quella fetta di mamme che possono dirsi fortunate, ho infatti potuto lavorare da casa e mi sono tenuta le bambine nell'altra stanza che giocavano. Il problema però so che lo hanno avuto molte altre mamme. E posso dire che i disagi sono stati enormi per alcune. Ho raccolto tanti sacrifici ma anche tanta sofferenza. Alcune erano davvero inferocite».
La sindaca Raggi si è portata il suo bambino in Campidoglio. Una strumentalizzazione?
«Non so e non mi permetto di dare giudizi. Posso però dire che non tutte le mamme hanno questa possibilità. Ci sono donne che fanno lavori per i quali è impossibile tenersi i figli accanto. Le infermiere, i medici, le cuoche, le poliziotte per esempio. A questo aspetto se ne unisce un altro: ci sono troppe aziende che non accettano di inserire lo smart working nella propria organizzazione del lavoro anche se sarebbe fantastico per le donne e per le aziende medesime. Le mamme sarebbero più serene a casa a lavorare e lavorerebbero più volentieri e di più, lo dicono tanti studi». 
Torniamo a Roma...

«Per le mamme che lavorano servirebbero più sostegni. Gli asili per esempio, ma pure dei piani per le vacanze di Natale. Le scuole tra poco chiuderanno e per le mamme lavoratrici saranno altri guai da risolvere. Non abbiamo appoggi ma questo è sotto gli occhi di tutti. E' un gap con gli altri Paesi che è macroscopico». 

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Il Messaggero