Roma, il dramma di Ornella: «Mio marito mi ha rotto la mandibola a pugni, presa a calci davanti ai figli»

Il dolore delle botte è ormai lontano. Ma ce ne è un altro, invece, che Ornella (la chiameremo così), romana di 40 anni, non potrà mai sopire....

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Il dolore delle botte è ormai lontano. Ma ce ne è un altro, invece, che Ornella (la chiameremo così), romana di 40 anni, non potrà mai sopire. «Ed è quello per i miei figli - dice la donna che dopo essere stata barbaramente picchiata dal compagno si è rivolta al Telefono rosa - costretti ad assistere a tutta quella violenza».


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Ornella è una donna come tante. Una donna fra le tante che purtroppo non lavora ma può contare su una casa che i genitori le hanno lasciato in eredità. Vive da anni con un compagno che è anche il padre dei suoi figli e che lo scorso marzo, in pieno lockdown, l'ha massacrata di botte. Calci e pugni fino a romperle la mandibola e a costringerla a una prognosi ospedaliera di 30 giorni. «Gli attacchi di ira, le sfuriate ci sono sempre stati ma Antonio (lo chiameremo così) di qualche anno più grande di me li riversava contro gli oggetti, le cose che gli capitavano tra le mani, ha rotto finestre, mobili porte, tutto quello che poteva fino a quando, con me, dalle aggressioni verbali e arrivato a quella fisica». La sua casa sembra ancora un campo di battaglia e sul suo volto resta una cicatrice a ricordarle purtroppo sempre quello che è stato. Qualche mese fa la coppia con i figli era in casa, impossibilitata a uscire per via del blocco imposto dalla pandemia del Covid.

«UNA SERA MALEDETTA»
«Da un banale pretesto - racconta - abbiamo iniziato a litigare ma quella sera invece di scagliarsi contro gli oggetti e infrangerli addosso ai muri, si è accanito su di me. Prima mi ha riempito il corpo di botte, colpendomi con calci e pugni, come se fossi proprio un oggetto. Poi si è accanito sul mio volto con la stessa veemenza di quella usata per distruggere le porte fino a spaccarmi la mandibola e tutto davanti ai miei figli».
 


Ornella non ha chiamato i soccorsi, non ci è riuscita. Ma non è servito perché i vicini, spaventati dalle sue grida, hanno chiamato i soccorsi. «Sono stata portata in ospedale, stavo malissimo ed ero molto preoccupata per i miei figli, prima di riuscire nuovamente a masticare ci ho messo un po' ma non è questo quello che più mi addolora: io posso anche dimenticare ma i miei figli avranno sempre in mente quelle immagini». La commozione prende il sopravvento. «Mi sono rivolta al Telefono Rosa non solo per un aiuto legale ma soprattutto per un supporto psicologico. Ora non mi resta che riaggiustare i pezzi per tornare a vivere». Ma perché nonostante il compagno avesse mostrato anche in passato atteggiamenti brutali non lo ha mai lasciato? «Credevo cambiasse, avevamo due figli insieme». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero