«Auguri di buon lavoro ai nuovi direttori di Repubblica, Stampa e Huffington Post. Sono validissimi e apprezzati professionisti. Ma mi colpisce che non ci sia nessuna donna....
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«Sono allarmata per cecità delle classi dirigenti del nostro Paese, in questo momento soprattutto. Dovremo vivere un nuovo ricominciamento ed è indispensabile lo sguardo e la capacità delle donne. Invece si parla di ripartire ma molte cose rimangono come prima. Come è evidente nessun uomo, neanche il migliore, cederà mai un pizzico di funzione e di potere. Sta a noi saperci unire, riconoscerci, sostenerci e lottare», ha aggiunto la Pollastrini.
Un male che comunque non è solo italiano, ma è riscontrato in tutti i paesi europei, con varie sfumature. Di fatto l'informazione in Europa è sempre stata dominata dai giornalisti e da commentatori uomini, «che spendono la maggior parte del proprio tempo scrivendo di altri uomini» si legge in una recente indagine curata dal network dell’Osservatorio europeo di giornalismo. La supremazia degli uomini nel decidere e coprire l’agenda mediatica del continente perdura nonostante il fatto che, in molti degli 11 Paesi presi in esame, le donne costituiscano circa la metà dei giornalisti e siano più le donne che gli uomini ad intraprendere la carriera giornalistica.
I ricercatori dell’Ejo, che hanno analizzato le firme degli autori degli articoli e le immagini scelte per accompagnarle, hanno rilevato che, sia online che su carta e in quasi tutti i Paesi, gli uomini scrivono ancora la maggior parte dei contenuti di news, business e opinione. Negli 11 Paesi analizzati, gli uomini hanno scritto il 41% delle storie, in confronto a un esiguo 23% scritto dalle donne (la percentuale restante riguarda articoli senza autori esplicitati, o attribuiti ad agenzie). Inoltre, quasi la metà di tutte le immagini analizzate (43%) ritraeva esclusivamente uomini, mentre solo il 15% ritraeva solo donne (le restanti ritraevano soggetti neutri o sia donne che uomini).
I risultati di questa analisi ha fatto emergere come la disparità di genere sia generalmente più frequente nelle testate a stampa. Le testate digitali nel loro complesso sono leggermente più equilibrate. I Paesi che hanno mostrato la maggiore disparità di genere nelle firme sono Italia e Germania. In Germania il 58% degli articoli è firmato da un autore maschile, contro un esiguo 16% femminile; in Italia il 63% delle firme (la percentuale più alta in tutti gli 11 Paesi) appartiene a uomini e solo il 21% a donne.
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Il Messaggero