Registra le molestie al telefono del suo capo, impiegata finisce in carcere

Nuril Maknun, l'impiegata finita in carcere
Ha registrato la telefonata del suo capo che le faceva proposte sessuali, voleva usare quella conversazione come la prova delle molestie subite. É stata invece condannata a...

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Ha registrato la telefonata del suo capo che le faceva proposte sessuali, voleva usare quella conversazione come la prova delle molestie subite. É stata invece condannata a sei mesi di carcere per aver distribuito materiale pornografico. Una contabile che lavorava part-time in un liceo nell'isola conservatrice di Lombok, in Indonesia, ha definito la sentenza della Suprema Corte «evidente ingiustizia». La storia di Nuril Maknun, 41 anni, scrive il New York Times, ripropone il problema delle molestie subite sul posto di lavoro dalle donne in Indonesia. «Io dovrei essere protetta e invece sono diventata la vittima».


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Il suo capo era il preside della Senior High School Seven a Mataram, la città più grande di Lombok. Inseguiva Nuril e voleva avere una relazione, lei ha registrato le sue richieste esplicite. Il preside non è mai stato punito per averla molestata, anzi è stato più volte promosso. Nuril condannata.  Il presidente Joko Widodo ha detto in precedenza che avrebbe preso in considerazione l’idea di concedere la grazia a Nuril. Venerdì pomeriggio, il presidente non ha commentato la sentenza della Corte Suprema, ma ha spiegato che la signora Nuril avrebbe dovuto chiedere l’amnistia.

Le donne in Indonesia devono tollerare molestie e, a volte, relazioni sessuali se vogliono mantenere il loro posto di lavoro, hanno detto i difensori dei diritti delle donne. Nuril è stata assolta al processo, ma i pubblici ministeri hanno impugnato il verdetto. Altri tre giudici l’hanno dichiarata colpevole l’anno scorso e condannata a 6 mesi e una multa di circa 35.000 dollari, una cifra enorme per la sua famiglia. Se non paga la multa, deve restare incarcere altri tre mesi. Nella sentenza emessa giovedì la Corte ha respinto la sua richiesta di revisione del caso.


I problemi per la signora Nuril, madre di tre figli, sono iniziati nel 2013 quando il signor Muslim è diventato direttore della scuola. Dopo aver saputo dell’esistenza della registrazione, il preside ha presentato una denuncia alla polizia contro Nuril per diffamazione. Durante l’indagine, la donna è stata arrestata ed è rimasta in carcere per un mese. Alla fine, i pubblici ministeri hanno respinto la denuncia di diffamazione, ma l'hanno accusata di distribuire materiale osceno. Il suo avvocato, Joko Jumadi, ha detto che avrebbe fatto domanda di amnistia la settimana prossima, ma che non avrebbe chiesto una grazia presidenziale perché la donna non è colpevole di alcun crimine. Con una campagna di raccolta fondi online sono stati già raggiunti oltre 26.000 dollari per aiutarla a pagare. La signora Nuril ha detto che era orgogliosa di lottare per la sua
«dignità di donna. Lui  ha ammesso di avermi chiamata e di aver detto quelle cose oscene, perché io come vittima devo essere punita?» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero