Bonetti: «Basta con il linguaggio maschile in politica, torniamo alla Costituzione»

Bonetti: «Basta con il linguaggio maschile in politica, torniamo alla Costituzione»
«Il linguaggio della politica deve diventare al femminile: basta parlare al maschile, con tempo, luoghi, spazi e dinamiche legati semplicemente a un modello che non è...

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«Il linguaggio della politica deve diventare al femminile: basta parlare al maschile, con tempo, luoghi, spazi e dinamiche legati semplicemente a un modello che non è più attuale». La ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti, ospite a Bologna della terza edizione degli Stati Generali delle Amministratrici invita a ritornare al linguaggio della Costituzione. «É stata costruita anche da donne costituenti e ha nettamente un linguaggio femminile», ricorda la Bonetti, per la quale «serve che i tempi e i luoghi della politica permettano alle donne di vivere la propria esperienza a tutto tondo». Dunque, «il tema della conciliazione e di un equilibrio complessivo della nostra vita deve essere affrontato» e «a tutte le donne dobbiamo dare la libertà di poter decidere di sé e della propria vita in base ai propri desideri». E ha aggiunto un esempio pratico: «Non so come siano le vostre dinamiche, le riunioni notturne che non consentono alle donne di tornare a casa a vedere i propri figli vanno evitate», dice rivolta alla platea e incassando un vigoroso applauso.


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«La presenza delle donne nel mondo del lavoro è ancora troppo bassa e io credo che i territori possano fare molto» in questa direzione. Tra le misure da mettere in campo, la Bonetti ha chiesto proprio ai territori di stabilire «tempi di vita che permettano alle donne di poter vivere la propria esperienza femminile anche sul luogo di lavoro, trovando nuove forme». E ha aggiunto che «non dobbiamo permettere che i momenti di maternità siano visti come un vulnus», perché «quella scelta non è un capriccio privato, ma un bene per tutti quanti: va facilitata, permettendo in quel periodo di valorizzare le competenze personali e umane»
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Il Messaggero