Helga Cup. E' il nome dell'ultima sfida delle “Femmes Fatales”, epuipaggio tutto al femminile creato e guidato dalla campionessa di vela croata Petra Kliba, 42...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le manager dello sport
Le Femmes Fatales sono tutte donne pescaresi che Petra ha avvicinato alla vela e che si sono appassionate a tal punto da partecipare, a rotazione, a gare come questa seconda edizione della Helga Cup con 80 team femminili e tanto entusiasmo. «Speriamo in una buona classifica» dice Petra. Ma lo spirito che amina questo gruppo di donne non è solo il risultato, su tutto c'è la realizzazione di un sogno, la vela. «Questo è uno sport che si può fare anche a 60 anni, non ha età - racconta Petra - molte donne si sono avvicinate alla vela a 40 anni e non l'hanno più lasciata».
Petra si appassiona al mare da bambina, sulla barca dei genitori: voleva sempre mettersi al timone. Poi però è stata presa da altri sport: tennis, pallavolo. «Suonavo anche la fisarmonica» dice. A 15 anni si è riavvicinata alla vela e non l'ha abbandonata più. A 19 anni addirittura ha fatto il giro del mondo in barca a vela. «Mamma mi lasciò andare ed erano altri tempi» ammette. L'itineraio è da brivido: partenza da Londra, Isla di White, passando per Canale di Panama, Hawaii, Giappone, Mauritius, Sud Africa, Brasile, Francia e di nuovo approdo in Inghilterra. «Ero capo guardia, fu un'esperianza bellissima. Cosa mi ha lasciato? L'amore per il mare e per la barca».
Una vita, la sua, costellata di successi: nove volte campionessa croata con oltre 40.000 miglia nautiche sulle spalle. E la scela nel 2016 di fondare a Pescara il Femmes Fatales Sailing. Si vendono e si allenano insieme per avere maggiore sincronia. E gli uomini? Tutti fuori dalla barca? «Non ci servono proprio - ribatte Petra - gli uomini pensano che le donne portano sfortuna a bordo e spesso vengono relegate a ruoli marginali». Le Fammes Fatales guardano avanti, i retaggi del passato non hanno posto. «Ci servirebbe una nostra barca per uscire due o tre volte al mese in mare con tutto il team femminile per allenarci insieme e migliorare le prestazioni» spiega Petra. Che intanto vuole ringraziare il circolo velico Ventoforte e il Comune di Pescara per l'appoggio a questo gruppo donne davvero speciali. «Siamo aperte ad altre collaborazione per far crescece Femmes Fatales» dice Petra.
Il sogno di Petra Kliba? «Avere una barca mia e viverci sopra». Cioè risiedere su un'imbarcazione ormeggiata in porto. «Un 40 piedi, che posso gestire da sola, basta e avanza», conclude Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero