«Voglio aiutare chi non sa a chi chiedere aiuto». Federica era a un passo dalla laurea, sesto anno di medicina, voti altissimi. Poi si sarebbe specializzata in...
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Il sogno di Federica va avanti lo stesso; grazie alla mamma Antonella, alle amiche Giulia, Roberta, Ilaria, a Riccardo, il fidanzato, ai ragazzi del volley - lei era una atleta - all'associazione "Bambini nel deserto" di Modena e a tutti quelli che hanno sostenuto il progetto #insiemeperFederica. «Abbiamo raccolto 6mila euro e a giorni partiranno i lavori per ristrutturare il primo blocco dell'infermeria del Poste de Santé di Ngohe Mbadatte, un villaggio a 120 chilometri a sud di Dakar», racconta mamma Antonella. Grazie a questo intervento le donne potranno partorire con maggior sicurezza, non più in una sala dove piove e salta la corrente, e i malati avranno un centro sanitario più efficiente e ben tenuto. «Sono andata in Senegal prima di decidere che progetto avremmo sostenuto, la situazione che ho trovato è terribile: l'infermeria che serve 7 villaggi, quasi del tutto distrutta. Dopo questi primi interventi speriamo di completare la ristrutturazione».
I soldi sono stati raccolti con vari eventi, a cominciare dal torneo di beach-volley organizzato questa estate. «Hanno partecipato 110 atleti - ricorda mamma Antonella - Federica giocava a pallavolo, era una ragazza amatissima, davvero speciale: solare, generosa, umile. Era adorata anche a Salerno, la sua seconda città, dove studiava...». Mamma Antonella si ferma, «perdoni l'emozione».
E poi le palle di Natale. «Abbiamo dipinto le palline per decorare l'albero con il logo per Federica, più di mille decorate a mano, per 15 giorni abbiamo dormito 3 ore a notte. Le abbiamo vendute ovunque, c'è stata una risposta incredibile, in Veneto, a Salerno anche in Francia. Continueremo con altri eventi per Federica, faremo quello che avrebbe voluto fare lei: aiutare chi non sa a chi chiedere aiuto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero