Authority, nomine Rai, designazione dei vertici del CSM, delle partecipate pubbliche, di commissioni. Il famoso soffitto di cristallo per le donne resta intatto, nonostante gli...
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In pratica propongono di inserire una norma generale antidiscriminatoria finalizzata a garantire il principio di uguaglianza e rappresentanza paritaria nelle nomine pubbliche. L’intervento normativo, fondato sui principi costituzionali, potrebbe configurarsi come una legge quadro. Successivamente, in tempi certi, si dovranno adeguare la normativa regionale e comunale.
La norma antidiscriminatoria è di natura temporanea (per almeno 3 mandati e comunque complessivamente per un periodo non inferiore a 9 anni) per il raggiungimento dell’obiettivo paritario.
L'idea è di far fare un passo in avanti all'equilibrio di genere nell’ottica della democrazia paritaria fino ad arrivare ad un “50 e 50” della rappresentanza nelle nomine pubbliche sia di competenza parlamentare che governativa. Una soglia che avrebbe una funzione antidiscriminatoria nei confronti delle donne prevedendo anche specifiche misure sanzionatorie.
Al fine di garantire l’efficacia le sanzioni potranno essere declinate a seconda della tipologia delle nomine e designazioni, sia collegiali sia monocratiche, e del settore o ambito di riferimento. Nel caso di violazione si chiede la invalidità dell'atto di nomina.
I meccanismi di selezione dovranno ispirarsi alla valorizzazione delle capacità, delle competenze e del merito dei candidati garantendo la totale trasparenza e la pubblicità delle procedure. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero