Una foto manifesto che racconta in un unico scatto la realtà delle donne di ieri e di oggi dibattute tra la scelta di una vita tradizionale - marito e figli - o quella di...
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Margaret Bourke-White, Hansel Mieth, Marie Hansen, Martha Holmes, Lisa Larsene , appunto, Nina Leen con i loro scatti hanno definito ciò che il direttore di Life Henry Luce chiamò "l' American Century", il Secolo Americano, ossia quello che secondo lui avrebbe dovuto essere il ruolo degli Stati Uniti durante il XX secolo, una superpotenza in termini in termini politici, economici e culturali.
Curata da Sarah Gordon, Marilyn Satin Kushner e Andrew Mellon, la mostra è uno spaccato sulla vita americana tra il 1937 e il 1956 attraverso gli scatti delle uniche donne su un totale di 88 fotografi assunti dalla rivista e che quindi ebbero un ruolo nel creare il fotogiornalismo moderno e che secondo Luce doveva raccontare le storia attraverso le foto senza le parole. E le oltre 70 immagini che compongono la mostra non hanno bisogno di parole. Le donne possono fare carriere, diventare avvocate, operaie, segretarie, svolgere mille altre mansioni cosi come mostrato nella foto, nella quale si vede una donna appunto alle prese con diverse attività contemporaneamente.
«L'idea della mostra - ha spiegato una delle curatrici, Marilyn Satin Kushner - nasce dal fatto che ora la New York Historical Society possiede gli archivi di LIFE Inc, mentre l'archivio fotografico è di Meredith Inc. Parlando con loro e passando in rassegna i fotografi del magazine ci siamo accorti che solo sei donne erano assunte a tempo pieno e non come freelance. La Kushner ha aggiunto anche che all'epoca solo Margaret Bourke-White, era piuttosto conosciuta mentre le altre erano quasi ignote. La Bourke-White - continua - ha avuto la copertina del primo numero di Life ed è ora anche le altre meritino il giusto riconoscimento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero