Ci ha pensato l’Osservatore Romano a ripulire l’immagine di Indro Montanelli, sporcata recentemente dalla vernice rosa del movimento Non Una Di Meno e dalle...
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L'articolo non mancherà di sollevare perplessità e rinfocolare dibattiti visto che non sono passati nemmeno tre mesi dalle plateali proteste del movimento femminile “Non una di meno”. Proteste culminate a Milano con la statua di Indro Montanelli imbrattata di vernice rosa a seguito dell’ennesima rivelazione dei comportamenti del giovane Indro, accusato di maschilismo, pedofilia e stupro per avere comprato, durante il suo soggiorno africano come volontario nella guerra che Mussolini iniziò in Eritrea, una ragazzina di soli 12 anni per farne una specie di schiava. La acquistò per 500 lire. Si chiamava Destà e non era una vera consorte perché il contratto di madamato prevedeva una scadenza. Montanelli la descriveva come un «animaletto docile». Un rapporto imposto e non di certo paritario. La piccola Destà, poco più che una bambina aveva la funzione di serva, cameriera e altro.
Non è la prima volta che la statua dedicata a Montanelli è stata presa di mira dalle femministe. I difensori di Montenelli hanno più volte ribadito in passato che con Destà non ci sarebbe stata violenza anche perchè la giovane era considerata dalla sua gente matura per il matrimonio. Inoltre, le “nozze” furono caldeggiate dal capo etiope come mezzo per dare autorità al comandante sulle milizie locali, che quelle “unioni” consideravano del tutto normali.
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Il Messaggero