Bye bye mutandine sexy, come l'era del #metoo cambia la lingerie femminile

Bye bye mutandine sexy, come l'era del #metoo cambia la lingerie femminile
Bye bye mutandine sexy. L'ora del revival delle mutandone è arrivato – registrato inizialmente negli Stati Uniti in termini di vendite e di distribuzione –...

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Bye bye mutandine sexy. L'ora del revival delle mutandone è arrivato – registrato inizialmente negli Stati Uniti in termini di vendite e di distribuzione – come effetto secondario della presa di coscienza del nuovo potere femminile. Perchè in tempi di #metoo si stanno adeguando  i grandi marchi di biancheria intima. E così anche in Europa cominciano a fare capolino rivisitazioni caste dell'intimo femminile. Il fenomeno è ampio e interessante - persino da un punto di vista sociologico - e non è di certo passato inosservato, tanto che Le Monde ha recentemente dedicato una ampia inchiesta sulle tendenze dell'industria della lingerie, naturalmente basata sugli studi in atto di una società post #metoo. Una società praticamente alimentata da una corrente neofemminista che, naturalmente, finisce per condizionare i gusti, il modo di vestire, e gli acquisti.


Un po' come dire che accanto alle lingerie super sexy si stanno affiancando collezioni più pratiche, ostentatamente meno seduttive. Anche le pubblicità, di conseguenza, si adeguano. «La lingerie di fatto è l'archetipo di un universo in cui l'uomo di fatto tirava le fila. Ma oggi i marchi cercano di elaborare una via nuova, di indirizzarsi soprattutto e solo alle donne, senza tener conto di altro» ha spiegato Matthieu Pinet, direttore dello spazio Exposed al Salone internationale della lingerie.

I pubblicitari fanno notare che l'immagine della donna oggetto, sempre truccata, con tacchi 12 e giarrettiere ha fatto un po' il suo tempo. Una questione di fasi cicliche. Del resto basta pensare agli anni Settanta quando le donne bruciavano i propri reggiseni come simbolo della protesta e dell'emancipazione davanti alle piazze universitarie. Però poi, nei ruggenti anni Ottanta, gli anni 'da bere', l'immagine femminile ha ripreso i contorni più sexy, passando dai fisici atletici, al porno chic degli anni Novanta dove è stato introdotto il concetto della iper sessualizzazione.


Le collezioni di lingerie di fatto sono lo specchio dei mutamenti in atto nella società. «Ora siamo in una fase polarizzata. I grandi marchi di biancheria intima fanno coesistere sia il registro sexy che quello del mutandone» afferma Daniela Melo, del Salone internazionale della Lingerie.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero