#MeToo anche nel ciclismo: dopo le denunce arriva il decalogo per proteggere le atlete

Esther Meisels, la ciclista israeliana che ha denunciato gli abusi in Belgio
#MeToo anche nel ciclismo. Dopo gli scandali scoppiati in Belgio e Svizzera, l'Uci - la federciclismo mondiale -  ha aperto due inchieste e inviato investigatori privati....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
#MeToo anche nel ciclismo. Dopo gli scandali scoppiati in Belgio e Svizzera, l'Uci - la federciclismo mondiale -  ha aperto due inchieste e inviato investigatori privati. Quattordici professioniste hanno denunciato gli abusi e le molestie subiti da Patrick Van Gamse, team manager della formazone belga Helth Mate. Il manager Thomas Campana è accusato da quattro ciclciste della formazione svizzera Cervero-Bliga di intimidazioni e discriminazioni. Per proteggere le ragazze, il team tedesco Sunweb ha lanciato con l'hashtag #MeToocycling un decalogo di norme.  Il protocollo prevederà una serie di misure per limitare la presenza degli uomini – statisticamente prevalenti nei ruoli dirigenziali e tecnici - nella vita delle atlete, come il divieto di accesso a determinati spazi. Vi sarà inoltre una commissione interna di garanti, interventi immediati qualora si verificasse una certa condotta sconveniente.E l'Uci ha elaborato un codice etico che fa riferimento anche ad abusi e comportamenti minacciosi.

IL RACCONTO
«Lo stipendio era basso: la Health Mate-Cyclelive faticava a trovare sponsor. Così il manager ci propose di vivere da lui a Ekeren, in Belgio. Sei cicliste di sei nazioni diverse nell’ultimo piano di una casa molto grande e la soluzione sembrava ok. Il problema è che lui, da subito, si mostrò troppo espansivo: cercava di abbracciarci o baciarci, girava in mutande, faceva commenti sul nostro corpo e quando ci ritiravamo infastidite lasciava intendere che non ci avrebbe selezionate per le gare. Per evitarlo sono arrivata a chiudermi in camera tutto il giorno. Alla fine sono scoppiata». Esther Meisels, 24 anni, israeliana, è una delle 4 professioniste che hanno denunciato al sito cyclingnews.com Patrick Van Gamsen.
L'ITALIA

Il presidente italiano dell'Uci, Renato Di Rocco, assicura che in Italia «non c'è allerta». Gli investigatori sono stati mandati nelle nazioni in cui si ricevono segnalazioni di abusi, «anche da noi, ma i casi li abbiamo denunciati e risolti». Il caso "MeToo" del ciclismo femminile internazionale non trova riscontro in Italia, secondo "Women sport" che ha condotto a propostito un sondaggio tra le atlete. «Le ragazze intervistate, che fanno parte di team nazionali, hanno dichiarato di non essere mai state molestate sessualmente o di aver subito ricatti espliciti a tal fine».

  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero