Gli uomini sono eroi, le donne cassiere: campagna pubblicitaria sessista del Comune di Terni

Gli uomini sono eroi, le donne cassiere: campagna pubblicitaria sessista del Comune di Terni
TERNI Gli eroi sono uomini, le donne sono raffigurate come cassiere e gli auguri sono rivolti ai ternani. E le ternane? Senza pretendere di volere rileggere la storia in chiave di...

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TERNI Gli eroi sono uomini, le donne sono raffigurate come cassiere e gli auguri sono rivolti ai ternani. E le ternane? Senza pretendere di volere rileggere la storia in chiave di quote rosa, la campagna pubblicitaria del Comune di Terni, che prevede l’installazione di cartelloni in centro storico a coprire le vetrine dei negozi vuoti, inneggia a personaggi storici tutti uomini (almeno quelli che sono esposti nelle strade più frequentate). L’unica figura femminile di nota è una donna anonima che sta alla cassa di un supermercato a sostegno del commercio cittadino. E anche l’augurio di non mollare durante questo difficile momento di ripresa è rivolto ai “ternani”. E le ternane

Come se non ce ne fossero di donne che hanno contribuito a fare la storia di Terni, con una tenacia e una volontà ferrea, in una società operaia dove il lavoro in fabbrica lasciava la possibilità di indipendenza economica soprattutto agli uomini.

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Oltre a Corrado Viciani, l’allenatore che ha portato la Ternana in serie A, fautore del gioco corto, il cui motto è stato parafrasato nel cartellone “Gioco corto e visione lunga”, per le strade di Terni arrivano incoraggiamenti da Libero Liberati, il campione di motociclismo, “Il futuro? Non smettere mai di dare gas” e dall’artista Orneore Metelli che invita a ispirarsi alla bellezza con semplicità. E la poetessa Gisa Giani? E, ancora, le Centurinare, con Sara Tabarrini e Carlotta Orientale? E, ancora Nera Marmore, la cantante che cantò con Caruso? E Lucilla Galeazzi, una delle più grandi interpreti della canzone folk d’Italia? E Renata Ersilia Salvati, la prima assessora nella storia del Comune di Terni? E chissà quante altre ancora ne verrebbero fuori dagli archivi, figure che forse la storia ha definito minori, ma che sono arrivate a fare la differenza dopo aver percorso sentieri sempre in salita, come spesso accade alle donne. Questioni di lana caprina, questioni di poco, si potrebbe obiettare. Ma i simboli sono potenti e allo stesso tempo formidabili leve anche per il cambiamento. E altrettanto lo è il linguaggio che mai come in questo caso non si può dire neutro. Per questo speriamo di esserci sbagliate e che nella futura cartellonistica ci si ricordi che uomini e donne insieme hanno fatto grande Terni e donne e uomini insieme proveranno a farla uscire dalla crisi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero