«Milk sharing», ossia la condivisione del latte. Niente di nuovo, stiamo parlando di donne che allattano i figli di altre mamme. Un tempo si chiamavano nutrici. E...
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Al fenomeno è stata dedicata un'analisi presentata al Meeting annuale delle Pediatric Academies Societies(PAS), a Baltimora, negli Stati Uniti. La figura della nutrice è stata per millenni la forma alternativa più sicura e popolare di nutrizione di lattanti che non potevano essere allattati dalla madre. Fino a diventare una professione, con tanto di leggi e contratti che ne regolavano la pratica, compreso il requisito di visita medica. Ora, «si sta assistendo però a una rinascita della condivisione del latte», grazie a donne che ne producono più del necessario e lo vendono online. Queste interazioni però «sono prive dei regolamenti e degli esami medici che una volta le accompagnavano», mettono in guardia i ricercatori del Cohen's Children Medical Center di New York. «La condivisione del latte non regolamentata via internet presenta problemi di sicurezza e va scoraggiata», precisa Ruth Milanaik, una degli autori. «I medici - prosegue - dovrebbero essere consapevoli del risorgere di questa pratica e incoraggiare la condivisione del latte attraverso apposite banche». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero