Laura: «Io mamma sulla sedia a rotelle, influencer di positività su Instagram»

Laura: «Io mamma sulla sedia a rotelle e influencer di positività su Instagram»
«Sono una mamma su ruote. Mi piace definirmi una mamma seduta». Ecco Laura in carrozzina, il piccolo Ferdinando, 19 mesi, la spinge. «I nostri pomeriggi. 40...

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«Sono una mamma su ruote. Mi piace definirmi una mamma seduta». Ecco Laura in carrozzina, il piccolo Ferdinando, 19 mesi, la spinge. «I nostri pomeriggi. 40 mq di salone e 1.5 km percorso ogni giorno», scrive su Instragram. Oltre 47mila follower, «influencer di positività», così l'ha definita una ragazza che la segue. Laura Miola, 30 anni, di Minturno, in provincia di Latina racconta sui socialn la sua vita di «mamma e donna al cento per cento anche in carrozzina».

 



I bambini capiscono, senza che ci sia bisogno di tante spiegazioni. «Ferdinando mi aspetta o mi spinge. Un giorno il bimbo di una mia amica mi chiede: “Ma tu hai le ruote come Cars!” ed io ridendo gli ho risposto “Sì esattamente! Ti piacciono? Se vuoi puoi provare a farci un giro” E in poco tempo la mia sedia era diventata il suo gioco preferito». Bisognerebbe imparare da loro, scrive Laura sul blog "thewomoms", e guardare la disabilità con i loro occhi, «senza congetture, senza malizia», e raccontarla «con la loro stessa semplicità».

Laura nel 2017 ha rappresentato l'Italia in "Miss Mondo in carrozzina”. «Ho imparato che stare in piedi o seduti non fa differenza e adesso mi batto per sconfiggere gli stereotitpi sulla disabilità». Quelli che Laura, affetta da una neuropatia generativa, conosce bene.  «A tre anni si sono manifestati i primi sintomi della malattia, ma potevo ancora camminare. Fino a 24 anni non ho avuto la diagnosi esatta della mia malattia. Quando è stato scoperto che il mio gene è di tipo recettivo, quindi se il marito o il compagno è sano non si corre il pericolo di trasmetterlo al figlio, mi sono sentita miracolata. Potevo avere figli sani».



 



Instagram l'ha aiutata a vedere la sua malattia in un altro modo. «Non era un buon periodo per me, avevo scoperto che non avrei più camminato. Lì ho conosciuto le storie di persone con disabilità che facevano viaggi, si spostavano, eccellevano negli sport e superavano qualsiasi barriera. Instagram mi ha aperto un mondo, ho visto che tante persone ce l'avevano fatta e potevo farcela anche io. Così ho cominciato a raccontare la mia quotidianità sulla sedia a rotelle e le mie battaglie di tutti i giorni. Tante persone si sono affezionate alla mia storia».





Il matrimonio nell'aprile del 2017, ad ottobre la scoperta che sarebbe diventata mamma. «Quando ho annunciato su Instagram la mia gravidanza, tantissime donne mi hanno scritto per incoraggiarmi. É stato un momento bellissimo, mi sentivo piena di energia. Ferdinando è nato con un parto cesareo e ho cominciato ad escogitare tante tecniche per poterlo accudire pur stando in sedia a rotelle. Non è semplice, ma si può fare. Il messaggio che provo a trasmettere con le mie storie è di provare a verere quello che si ha ed essere grati per quello che si ha. Se guardiamo alle cose che ci mancano non saremmo mai soddisfatti». Qualche commento fuori luogo ogni tanto c'è, basta ignorarlo. «Il 99 per cento sono messaggi belli e incoraggianti. Una volta un tipo ha commentato una foto in cui avevo i tacchi: e che te li metti a fare? A che ti servono? Ho lasciato perdere».





Laura, laureata in comunicazione digitale, lavora nel negozio di abbigliamento a conduzione familiare ed è delegata per le politiche di inclusione sociale al Comune di Minturno. «Instagram adesso sta diventando un lavoro. Sono testimonial per prodotti di bellezza e make-up artist. Le aziende si stanno aprendo e apprezzano  i messaggi che provo a trasmettere». Ecco ancora Laura a Ikea, con il suo bambino tra le braccia e il marito che spinge la carrozzina, mentre è sul letto con Ferdinando, o bacia l'uomo che ama. Eccola con un palloncino colorato in mano, il giorno del suo ultimo compleanno, 30. «Pensando a dove sono oggi posso dire che sarei voluta essere esattamente dove sono ora, sarei voluta essere la donna che sono oggi ed esattamente con chi ho la fortuna di avere accanto. Sento doveroso ringraziare la vita...».



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Il Messaggero