La vera rivoluzione contro gli stereotipi di genere comincia dalle parole e dagli esempi. Un lavoro minuto - piuttosto di...
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Un lavoro minuto - piuttosto di cacciavite e tenaglie che di martello pneumatico - per smontare le sbarre delle prigioni più blindate: quelle che non vediamo perchè le abbiamo dentro e da cui, quindi, non proviamo nemmeno ad evadere. Lo raccontano Maura Gancitano e Andrea Colamedici, autori di "Liberati della brava bambina. Otto storie per fiorire" (HarpersCollins). Otto racconti di altrettante donne, in parte figure della mitologia, in parte protagoniste della letteratura e di serie televisive e di cui tutti abbiamo ben chiara l'immagine che ci è stata tramandata dalla cultura patriarcale - e quindi anche gli stereotipi connessi - viste da un altro punto di vista: quello femminile. Veramente Elena di Troia era bella ma sciocca e superficiale o piuttosto la vera protagonista dell'Iliade relegata a figura da backstage? Ed è così negativa la sete di potere di Malefica, l'antagonista di Biancaneve? E Morgana è veramente una fata malefica oppure viene considerata tale perchè, in realtà, molto più brava negli incantesimi di Merlino?
Insomma, la realtà è molto più complessa di come hanno voluto raccontarcela in questi anni, anzi, secoli e se fosse stata letta dal punto di vista delle donne certe storie sarebbero finite (o continuate) in maniera diversa.
Il libro si apre con la frase di Simone De Beauvoir “Non si nasce donne, si diventa”, parole che hanno segnato la svolta nel modo con cui guardare al destino delle donne, anche perchè la scrittrice aggiungeva che “essere donna non è un dato naturale, ma il risultato di una storia. Non c’è un destino biologico e psicologico che definisce la donna in quanto tale”. D'altra parte lo scriveva anche Virginia Woolf: Non sarà che le donne hanno così tanti difetti perchè nella letteratura le hanno sempre descritte gli uomini?
Le otto donne raccontate in "Liberati della brava bambina" invitano proprio le ragazze a fare questo: quello che vuoi essere non fartelo dire dagli altri, ma guarda dentro di te.
Liberati dal destino di essere per forza un angelo del focolare (ma se vuoi esserlo, fallo!), di parlare a bassa voce, di non fare facoltà scientifiche. Una rivoluzione da mettere in atto ogni giorno, con le parole e con gli esempi. Fin dal mattino, quando le figlie escono di casa, dicendo loro "Fai la brava. Ma non troppo", come avrebbe detto Morgana alla sua. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero