Si prostituiscono per gli assorbenti. In Kenya il ciclo mestruale è un tabù, «una vergogna» e una quindicenne su dieci si vende per trovare i soldi...
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Capita spesso che siano i guidatori dei taxi-motocicletta ad offrirli alle ragazzine. Una ragazza, intervistata dall’Independent, racconta come a 14 anni avesse chiesto aiuto a un’amica per i ciclo e questa l’avrebbe portata da un boda boda, i guidatori dei taxi-motociclette, che le avrebbe fornito un paio di mutande pulite e un pacchetto di assorbenti. La prima volta sono bastati i ringraziamenti, poi l'uomo avrebbe cominciato a pretendere rapporti sessuali in cambio di assorbenti. «Sono rimasta incinta nel 2016 e ho partorito un bambino nel 2017», racconta. «Mi sono trovata in trappola solo perché non avevo assorbenti».
Come è successo ad altre. Ragazze povere che vivono nei villaggi dove non sono in vendita prodotti per l'igiene, non ci sono mezzi per raggiungere le città e pagare un taxi per loro è impossibile. Continua ad essere diffusa la credenza che le ragazze con il ciclo siano sporche e impure. A peggiorare la situazione è la mancanza di bagni nelle scuole pubbliche che incentiva di fatto le ragazze a rimanere a casa quando hanno il ciclo piuttosto che correre il rischio di sporcarsi e di essere prese in giro dai propri compagni di classe. Si stima che almeno una ragazza su dieci, nei paesi dell’Africa sub-sahariana, rinunci ad andare a scuola durante quei giorni. Alcune di loro, finiscono col perdere fino al 20 per cento dell’anno scolastico e diverse ragazze, a seguito delle numerose assenze, abbandonano la scuola.
Il governo del Kenya ha destinato 300 milioni di scellini kenioti (circa 2 milioni e mezzo di euro) a fornire prodotti di igiene mestruale alle studentesse. Il Kenya è stato il primo paese al mondo ad abolire la tampon tax sugli assorbenti igienici. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero