Secondo l'Inps avrebbe dovuto restituire mille e cento euro della pensione di invalidità che spetta alla sua bambina, gravemente disabile: la bimba, infatti, era stata...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Congedo di 10 giorni ai padri ed estensione anche per le mamme: la rivoluzione Bonetti
Non vale niente il tempo che la mamma, Elena Abbate, dedica alle cure della figlia, il fatto che abbia dovuto lasciare il lavoro per seguirla e starle vicina in quanto non esistono supporto sociali per sostenere la disabilità della piccola. Elena non può certo lavorare, dato che entrambe le bambine, di 3 e 9 anni soffrono della stessa malattia genetica rara e spesso sono ricoverate in ospedale.
La storia è raccontata nel sito Redattore sociale,(www.redattoresociale.it) che si occupa di volontariato, fasce vulnerabili e terzo settore.
La mamma aveva il timore che arrivassero altre richieste di rimborsi perchè dopo quell'episodio ci sono stati altri ricoveri, lunghi, di entrambe le figlie.
Il 10 ottobre, invece, è arrivata la lettera dell'Inps che reca la dicitura " Provvedimento di annullamento in autotutela del provvedimento, in materia di prestazioni pensionistiche – Indennità di accompagnamento per invalidità civile".
In sostanza, non non dovrà più sostituire la somma di denaro ma, soprattutto, con questa decisione, apre la strada alla battaglia di tanti e soprattutto tante "caregiver" che si prendono cura dei propri cari annullando le proprie vite senza alcun riconoscimento nè economico nè sociale. E ringrazia l'associazione "La casa di sabbia" (lacasadisabbia.org) per averla sostenuta e affiancata con legali esperti in questa battaglia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero