Mamma vince la battaglia contro l'Inps: non dovrà restituire l'assegno d'invalidità per il ricovero della figlia disabile

Mamma vince la battaglia contro l'Inps: non dovrà restituire l'assegno d'invalidità per il ricovero della figlia disabile
Secondo l'Inps avrebbe dovuto restituire mille e cento euro della pensione di invalidità che spetta alla sua bambina, gravemente disabile: la bimba, infatti, era stata...

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Secondo l'Inps avrebbe dovuto restituire mille e cento euro della pensione di invalidità che spetta alla sua bambina, gravemente disabile: la bimba, infatti, era stata ricoverata per un mese, subito dopo la nascita, nel 2017 e per quel periodo dunque i soldi - questo è stato il ragionamento dell'Istituto di previdenza - che sono destinati alla cura della piccola vanno ridati all'ente perchè ci ha pensato l'ospedale a prendersi cura di lei. Da qui la richiesta di restituirli, «in comode rate mensili». 


Congedo di 10 giorni ai padri ed estensione anche per le mamme: la rivoluzione Bonetti

Non vale niente il tempo che la mamma, Elena Abbate, dedica alle cure della figlia, il fatto che abbia dovuto lasciare il lavoro per seguirla e starle vicina in quanto non esistono supporto sociali per sostenere la disabilità della piccola. Elena non può certo lavorare, dato che entrambe le bambine, di 3 e 9 anni soffrono della stessa malattia genetica rara e spesso sono ricoverate in ospedale.
La storia è raccontata nel sito Redattore sociale,(www.redattoresociale.it) che si occupa di volontariato, fasce vulnerabili e terzo settore. 
La mamma aveva il timore che arrivassero altre richieste di rimborsi perchè dopo quell'episodio ci sono stati altri ricoveri, lunghi, di entrambe le figlie. 


Il 10 ottobre, invece, è arrivata la lettera dell'Inps che reca la dicitura " Provvedimento di annullamento in autotutela del provvedimento, in materia di prestazioni pensionistiche – Indennità di accompagnamento per invalidità civile".
In sostanza, non non dovrà più sostituire la somma di denaro ma, soprattutto, con questa decisione, apre la strada alla battaglia di tanti e soprattutto tante "caregiver" che si prendono cura dei propri cari annullando le proprie vite senza alcun riconoscimento nè economico nè sociale. E ringrazia l'associazione "La casa di sabbia" (lacasadisabbia.org)  per averla sostenuta e affiancata con legali esperti in questa battaglia.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero