Gender gap nel digitale, la manager Stefania Pompili: «Le aziende hanno bisogno di talenti femminili»

Gender gap nel digitale, la manager Stefania Pompili: «Le aziende hanno bisogno di talenti femminili»
Più donne nel settore digitale, chiedono le aziende. «Abbiamo bisogno di risorse competenti, ma ancor più abbiamo bisogno di talenti femminili»....

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Più donne nel settore digitale, chiedono le aziende. «Abbiamo bisogno di risorse competenti, ma ancor più abbiamo bisogno di talenti femminili». Stefania Pompili, ad di Sopra Steria Italia, ha partecipato a Roma Tre a un incontro con gli studenti sulla necessità nel mondo del lavoro di chi ha competenze digitali. «Il nostro settore soffre la mancanza di un punto di vista altro e di quelle attitudini tipiche delle donne, la propensione all'ascolto, la sensibilità, la diplomazia: soft skill che vanno a beneficio dell'intero gruppo di lavoro.Incentivare lo studio delle materie Stem fin dalla scuola primaria serve ad abbattere le connotazioni di genere e, di conseguenza, offre linfa vitale all'ecosistema digitale che è il motore propulsore dell'innovazione del Paese».


Avanti di questo passo e la parità di genere nell'informatica si raggiungerà tra 118 anni, secondo uno studio dell’Allen Institute for Artificial Intelligence. Solo il 14 per cento delle risorse umane coinvolte nelle tecnologie dell’informazione è rappresentato da donne.

LE AZIENDE. Ecco alcuni dati forniti nel corso dell'incontro con gli studenti di matematica a Roma Tre: il 76% delle aziende fatica a trovare risorse con competenze digitali adeguate, 4 aziende su 10 lamentano un calo di produttività e perdita dei clienti perchè mancano competenze digitali tra le risorse a disposizione. Secondo l’European Centre for the Development of Vocational training dell’Unione Europea – Cedefop – in Italia, entro il 2020, i posti di lavoro vacanti in ambito ICT raggiungeranno quota 135mila (750mila in tutta Europa), a causa di un disallineamento tra domanda e offerta di competenze.


LE NUOVE GENERAZIONI. «I numeri sono significativi - aggiunge Stefania Pompili - il nostro Paese è 24mo fra i 28 Stati membri dell’UE nell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società. Le nuove generazioni devono attrezzarsi: urge compensare questo disallineamento». Il prorettore di Roma Tre, Silvia Ciucciovino: «Siamo felici che i nostri studenti abbiano avuto oggi l’opportunità di confrontarsi con una realtà dinamica, vincente e innovativa, anche per il fatto che è guidata da una donna, in un campo tradizionalmente presidiato dal genere maschile. Anche questo è un segnale del cambiamento in atto e che bisogna assecondare con intelligenza e lungimiranza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero