Mariolina Venezia: «La mia Imma Tataranni piace perché non si sente una donna da correggere»

Mariolina Venezia
La vedremo ancora, tacchi, frange e paillettes. Ticchettare sui sassi di Matera o lungo i corridoi della Procura, osare con fantasie animalier abbinate al rosa. E che importa se...

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La vedremo ancora, tacchi, frange e paillettes. Ticchettare sui sassi di Matera o lungo i corridoi della Procura, osare con fantasie animalier abbinate al rosa. E che importa se gli accostamenti sono audaci e stonati,  i capelli indomabili, proprio come lei.  E chi se ne frega degli azzardi, perché  Imma è così, non si cura degli sguardi altrui, figurarsi dei giudizi. Vuole solo essere quello che è: il sostituto procuratore Tataranni che non le manda a dire, la rossa che dalle pagine di Mariolina Venezia è volata sullo schermo e ha conquistato tutti. L’ultima puntata della fiction di Rai1 ha fatto il 23 per cento di share, qualcosa come 5 milioni di spettatori. E non ditele che è il Moltanbano donna, se non volete farla infuriare. Imma è soltanto Imma.

«Una seconda stagione? Per adesso niente di ufficiale». Mariolina Venezia è la scrittrice lucana che l’ha creata e tra gli sceneggiatori della serie. I tre romanzi “Come piante tra i sassi”, Maltempo e “Rione Serra venerdì” hanno ispirato la fiction già andata in onda,  “Via del riscatto” (integrato da altri soggetti originali) sarà la trama delle prossime puntate.

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Si aspettava un successo di queste dimensioni?

«Durante le riprese ho detto che non mi sarei sorpresa se fosse andata benissimo, malissimo o così, così. Imma ha incontrato i tempi, è arrivata quando erano maturi. É un personaggio molto telegenico, buca lo schermo, dirompente e visivamente forte. E ha anche un pensiero forte, una sua visione del mondo».
Che donna è Imma? E perché secondo lei piace così tanto?

«Imma non è una femminista, è una femmina. Non mi piace la retorica del riscatto, penso che basti affermare quello che si è. Imma è una donna che non guarda con gli occhi degli altri. Se ne frega se l’abbinamento giacca e gonna non è perfetto, se sbotta con le colleghe, se i capelli hanno la ricrescita. E invece le donne sono abituate a dover lavorare molto su se stesse per sentirsi adeguate,  come fossero entità sbagliate da raddrizzare. Imma non si sente sbagliata o imperfetta, non vuole avere 20 anni di meno, essere più magra, più alta o più bella. E forse ha aiutato molte donne, ma anche uomini, a riconciliarsi con se stessi. Lei è sempre naturale e spontanea».
Perchè ha immaginato un pm?

«Il pm ha a che fare con il concetto di giustizia, molto radicato nella terra in cui il personaggio nasce. Imma è una donna del sud, ha origini umili e una grande sete di giustizia. Da pm l’amministra a volte facendosi prendere la mano, comunque sia dando voce a chi non ce l’ha. Ma Imma anche nel suo lavoro resta donna, non come certe investigatrici che sembrano più che altro un sogno maschile. Oltre che magistrato è anche moglie madre, nuora, cognata, una donna del sud che unisce radici e modernità».
Le somiglia?

«Spesso mi chiedono di lei come se Imma fosse realmente da qualche parte e io lo interpreto come il desiderio che esista. E quanto mi fanno questa domanda rispondo che in qualche modo è lei che mi ha plagiata. Ho iniziato a somigliarle. Da lei ho preso la determinazione. Ma Imma vive una vita diversa dalla mia, è profondamente radicata nella famiglia, nell’ambiente di lavoro, nella città, tutte cose che mi appartengono poco».
Immaginando questo personaggio pensava già a una fiction?
«Il linguaggio si sta evolvendo e la fiction è la nuova narrativa popolare. I personaggi e le storie possono nascere a cavallo tra letteratura e fiction».
Lei parlava di radici e modernità. Imma è molto moderna nel suo essere così anticonformista e indifferente ai giudizi.

«Imma è una donna di oggi, e le donne oggi sono ancora più svantaggiate di quel che si crede. In Italia non sono assistite nella maternità, che è completamente a carico loro. E l'autorevolezza conquistata devono continuamente ribadirla e difenderla». 


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Il Messaggero