Gran Bretagna, mai così in basso l'occupazione femminile. E aumenta il gender gap salariale

Gran Bretagna, mai così in basso l'occupazione femminile. E aumenta il gender gap salariale
Peggio dell'Italia, della Spagna, degli Stati Uniti. E anche di Canada, Germania e Francia. In Gran Bretagna, nella patria del movimento delle suffraggette, accade infatti che...

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Peggio dell'Italia, della Spagna, degli Stati Uniti. E anche di Canada, Germania e Francia. In Gran Bretagna, nella patria del movimento delle suffraggette, accade infatti che la disoccupazione femminile sia ai minimi storici. Non solo: il divario di genere fra i salari corrisposti in media agli uomini e alle donne continua ad aumentare.

Lo rivelano oggi i media del Regno, riportando dati in qualche modo contrasti frutto di fonti diverse. Sul fronte del mercato del lavoro, le cifre diffuse oggi dall'Office for National Statistics (Ons), indicano un tasso di donne senza lavoro pari ora al 3,7%, il più basso fin dal 1971, mentre per gli uomini sono al 3,9%, comunque al minimo dal 1975. Parallelamente gli stipendi medi nel trimestre gennaio-marzo risultano essere cresciuti di un altro 3,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, in misura superiore all'inflazione. Decisamente meno positivo è però il quadro di un rapporto dell'Institute for Fiscal Studies (Ifs) che sottolinea l'accresciuta disparità nel Paese, in verità non solo tra generi ma anche fra classi sociali, «nei salari, nell'accesso a educazione e sanità, nelle opportunità».
Un fenomeno che alimenta «morte e disperazione» tra i più poveri e i vulnerabili (con droga e suicidi) e che «sta mettendo in ridicolo la democrazia» agli occhi di molti. Stando ai dati di Ocse e Banca Mondiale, il Regno è secondo solo agli Usa in termini di disuguaglianza dei redditi fra i Paesi occidentali, peggio di Spagna, Italia, Canada, Germania e Francia nell'ordine, nota l'Ifs annunciando un'analisi più approfondita affidata a un team che sarà guidato dall'economista scozzese-americano, e premio Nobel, sir Angus Deaton.
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Il Messaggero