Dal 1948 il mondo ricorda, ogni 29 maggio, la Giornata Internazionale dei Peacekeepers, letteralmente i ‘mantenitori della pace’, che operano sotto l’egida delle...
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Tra luci e ombre, non immuni a scandali, i peacekeepers sono da sempre visti come la fine della morte e della distruzione portati di un conflitto. L’edizione di quest’anno è destinata a passare alla storia, poiché dedicata al contributo femminile nelle operazioni di mantenimento della pace dell’Onu, a cominciare dal tema scelto: “Donne nel peacekeeping, una chiave per la pace”. La decisione è stata presa per ricordare i 20 anni dalla storica risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su “Donne, pace e sicurezza”. Era il 31 ottobre 2000 e quello è stato il primo documento del Palazzo di Vetro che ha affrontato l’impatto della guerra sulle donne e l’importanza della piena ed equa partecipazione femminile alla risoluzione dei conflitti, nonché al mantenimento della pace e alla ricostruzione postbellica. La risoluzione, inoltre, prevede misure speciali per proteggere bambine, ragazze e donne dagli stupri di guerra.
Guardando i numeri e il trascorrere degli anni, notiamo come la presenza femminile tra i Caschi Blu sia andata sempre più aumentando e, soprattutto, come le donne ricoprano gli stessi compiti degli uomini, con lo stesso equipaggiamento di mezzi e armi. Da Haiti al Libano, da Cipro al Mali, loro sono impegnate in tutto il mondo e in rappresentanza di tutti i paesi. Nel 1993, costituivano l’1% del personale in uniforme dispiegato. Nel 2019, su circa 95.000 operatori di pace, sono arrivate al 4,7% dei contingenti militari e al 10,8% delle unità di polizia. L’obiettivo, entro il 2028 (quando i Caschi Blu compieranno 80 anni), è di salire al 15% nel primo caso e al 20% nel secondo.
E in questa giornata così particolare è doppia celebrazione. Per la prima volta il premio UN Military Gender Advocate, istituito nel 2016, ha reso omaggio a due donne operative nei Caschi Blu. Il riconoscimento, assegnato ogni anno dalle Nazione Unite ai peacekeepers che si distinguono per la difesa della parità di genere, è andato a Carla Monteiro de Castro Araujo, ufficiale della marina brasiliana impegnata nella Repubblica Centrafricana, e a Suman Gawani, maggiore dell’esercito indiano in precedenza di stanza in Sud Sudan. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero