Le donne rivolgono a Giorgetti una petizione, ora una legge contro le discriminazioni nello sport

Le donne rivolgono a Giorgetti una petizione, ora una legge contro le discriminazioni nello sport
E stata inoltrata all'indirizzo del sottosegretario Giancarlo Giorgetti una petizione nazionale per le pari opportunità nello sport da parte delle atlete di tutte le...

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E stata inoltrata all'indirizzo del sottosegretario Giancarlo Giorgetti una petizione nazionale per le pari opportunità nello sport da parte delle atlete di tutte le discipline sportive, dell'associazionismo femminile e delle operatrici che fanno parte di questo settore. A lanciarla – a nome di tutte - è Luisa Rizzitelli, presidente di Assist, associazione che dal 2000 si batte perché alle atlete italiane agoniste, che di sport vivono, vengano riconosciuti diritti e tutele. 

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«In queste settimane abbiamo tifato in tantissime e tantissimi per le #Azzurre del calcio - spiega Rizzitelli - e gli italiani hanno scoperto che le donne che fanno dello sport il proprio lavoro non possono godere di diritti elementari. La situazione è incredibilmente incostituzionale e discriminatoria: tutte le atlete italiane infatti - dalla prima all’ultima - non possono di fatto accedere ad una legge sul professionismo sportivo, la 91 del 1981».

Ad oggi, Coni e Federazioni hanno riconosciuto finora solo 4 discipline professionistiche, ma solo nella loro versione maschile (calcio, basket, ciclismo e golf). 

Per tutte le atlete italiane, quindi, anche quando si tratta di campionesse straordinarie, non godono di nessun contratto collettivo, nessuna previdenza, nessuna tutela della maternità (se non grazie ad un importantissimo ma limitato sostegno di un Fondo istituito due anni fa e rifinanziato). 

«Tutto questo è inaccettabile - si legge nella petizione - e per la prima volta il Parlamento se ne sta occupando: è in discussione infatti una legge che per la prima volta parla di "lavoro sportivo" e impedisce che questa definizione possa essere riconosciuta solo agli uomini. Se il "lavoro sportivo" dipenderà come è doveroso dal tipo di impegno che l'atleta porta avanti e non dal movimento economico della sua disciplina, abbatteremo una delle peggiori discriminazioni del nostro Paese. Per questa ragione ci rivolgiamo al Sottosegretario con delega allo Sport Giorgetti e al Presidente del CONI perché, attraverso il riconoscimento del lavoro sportivo, venga dato alle atlete italiane tutte il Diritto di poter fare lo Sport per lavoro, con tutti i doveri e diritti del caso".


Colmare questo gap si tratterebbe di un atto di rispetto per le atlete che rendono grande l'Italia nel mondo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero